Andrea e Tazio Tucci: una vita tra frutta e verdura. Il grande camion-negozio dell’Ortofrutta Tucci era un’istituzione a Bagno a Ripoli e dintorni. Nei giorni scorsi il passaggio di mano alla giovane coppia Elisa e Daniele (vedi articolo). Un capitolo nella storia del commercio ripolese che vale la pena di essere raccontato con le parole di Andrea e qualche suggerimento di Tazio.
Quando ha iniziato a fare questo mestiere?
“Ho la licenza dal marzo 1967 quando feci la prima iscrizione alla Camera di commercio. Ma per i quattro o cinque anni precedenti, col babbo si andava a vendere la roba di nostra produzione all’Isolotto e in piazza santo Spirito. Il babbo era un coltivatore diretto. Si partiva in bicicletta dal Bigallo, dove ancora abito, con le bici da donna”.
Perché le bici da donna?
“Perchè così fra le gambe potevamo tenere una balla di insalata”.
Poi, dal ’67, l’ingresso nel commercio.
“Dopo l’alluvione ci fu dato, a Sorgane, uno spazio per commercio di prodotti di produzione propria. Era una piccolla struttura in legno con l’ombrellone. Poi iniziammo a vendere anche frutta e verudura non di nostra produzione. Ci lanciammo a lavorare le primizie, andando al mercato e facendo arrivare agrumi dalla Sicilia e mele e pere dalla Romagna”.
A quando risale il camion negozio?
“Il nostro fu uno dei primi banchi di autonegozio. Invece di servire da terra eravamo a bordo. Il camion speciale fu fatto a Varese nel 1996: aveva un bagno interno, il figorifero e il telefono. L’impatto all’inizio fu negativo perché la gente era abituata a prendere la roba da sé, a toccarla. Decidemmo che era più igienico che fossimo solo noi a toccare frutta e ortaggi”. “Fu anche messo un cartello spiritoso – aggiunge Tazio – c’era scritto: ‘Le signore che verranno soprese a palpare la merce subiranno lo stesso trattamento’, ovviamente era una battuta”.
Poi avete allargato l’attività.
“Nel 2000 cominciammo con le forniture a ristoranti, hotel, le mense scolastiche di Bagno a Ripoli, San Casciano, Pontassieve, San Piero a Sieve. Ora abbiamo una ventina di clienti tra bar, alberghi e ristoranti. Abbiamo chiuso la vendita al dettaglio ma questa la continuiamo perché noi questo lavoro l’abbiamo nel sangue”.
Qualche personaggio famoso fra i vostri clienti?
“L’allenatore della Fiorentina Pauolo Sousa era fisso qui. Mi hanno riferito che poco tempo fa, parlando con delle persone che ci conoscono, ci ha inserito tra i bei ricordi di quando era a Firenze dicendo che si serviva da un ortolano favoloso: ‘Cosa chiedevo e cosa trovava”. La cantante Dolcenera viene a fare la spesa qui. E in passato diversi giocatori della Fiorentina, non mi ricordo neanche quali”.
In tutti questi anni ha visto cambiare il commercio?
“Tantissimo, ora tutte vendite online, la grande distribuzione ti porta a domicilio anche una piccola spesa. Si trova di tutto sempre, così il consumatore non sa più quali sono i prodotti di stagione. C’è disorientamento nella clientela. Se qualcuno oggi ha i fagiolini, significa che arrivano dal Marocco o dal Kenya, non possono essere nostrali, ma bisogna essere esperti per accorgersi della differenza. C’è il mito della filiera corta e iImprenditori che se ne approfittano spacciando prodotti da filiera corta che in realtà non lo sono. Ci vorrebbero più controlli”.
Con la sua esperienza potrebbe dare molti consigli ai consumatori…
“Ho iniziato a scrivere un libriccino sul cambiamento del commercio. Anzi, sullo stravolgimento. Quando l’ho finito ti chiamo e facciamo un altro articolo”.