Oggi il Pd “processa” il sindaco Francesco Casini, reo di aver tradito il partito per fuggire nelle braccia di Renzi. Il “tribunale del popolo piddino” si riunirà stasera, alle ore 21, al Circolo Acli di Grassina.
Dopo la relazione del segretario comunale Edoardo Ciprianetti, che illustrerà la situazione, via al dibattito che si preannuncia infuocato. Da quando, venerdì scorso, Casini ha annunciato le dimissioni dal Pd e l’adesione a Italia Viva (vedi articolo), la base dei democratici è in subbuglio.
Quale punizione per il “giuda traditore” ? Molti invocano il massimo della pena: la sfiducia in consiglio comunale (dove il Pd ha la maggioranza assoluta con 9 consiglieri su 16). I vertici del partito sono più cauti e alla reazione di pancia cercano di rispondere con la razionalità.
Mandare a casa il sindaco sarebbe un monito nei confronti di altri eventuali transfughi ma comporterebbe alcune conseguenze potenzialmente nefaste. La giunta sarebbe sciolta e a governare il Comune di Bagno a Ripoli arriverebbe un commissario prefettizio fino alla prima finestra elettorale fissata dalla legge tra aprile e giugno del prossimo anno. Possibile conseguenza (dipende anche dalle capacità del commissario) un rallentamento dell’attività della macchina comunale impegnata nell’elaborazione di importanti progetti per la collettività. Ma, soprattutto, Il Pd dovrebbe immediatamente individuare in modo unitario il candidato sindaco, preparandosi alla battaglia elettorale senza alleanze con il Terzo polo (che alle ultime elezioni, a Bagno a Ripoli, ha raccolto quasi il 15%). Insomma, per la prima volta nella sua storia amministrativa, il Comune diventerebbe contendibile per la destra.
Comunque non sarà stasera che verrà emessa la sentenza. La riunione degli iscritti a porte chiuse (fuori curiosi, anche se simpatizzanti, e giornalisti) servirà a confrontare le varie posizioni. Attesi la segretaria metropolitana Monica Marini, il neodeputato Emiliano Fossi, il consigliere regionale Massimiliano Pescini; ancora in dubbio la presenza della segretaria regionale Simona Bonafè.
Nel giro di qualche giorno si riunirà poi l’assemblea comunale, composta da 25 membri: saranno loro a votare la linea da tenere nei confronti del sindaco. La sfiducia in solitario (i tre consigliere della lista civica Cittadini di Bagno a Ripoli sembrano orientati a non passare a Italia Viva ma decisi a confermare la fiducia a Casini) o la fiducia, ma non a scatola chiusa. Una delle ipotesi di mediazione che circola è di un rinnovato patto di fine legislatura con Casini, che cede le sue deleghe (bilancio, polizia municipale) agli assessori del Pd, e questi che si ritagliano un ruolo e una ribalta di maggiore autonomia dal sindaco.
Volendo fare un paragone calcistico – nel comune del Viola Park calza a pennello -: se vuoi limitare Messi, gli devi creare attorno una “gabbia” di marcatori che non gli permettano funambolismi.
Una parte del Pd spinge anche per ottenere un rimpasto di giunta che ne riequilibri l’assetto politico dopo la perdita del sindaco. In questo caso a farne le spese sarebbe l’assessora Francois, espressione della lista civica, a favore dell’ingresso di una esponente piddina.
Intanto lo strappo del sindaco Casini ha portato – come ha annunciato il segretario comunale Ciprianetti ieri in commissione urbanistica – all’annullamento delle riunioni istituzionali previste, a cominciare da quella di giunta in programma martedì scorso. E non sono passati inosservati gli interventi degli assessori Pignotti e Minelli, durante le ultime assemblee con gli alluvionati, con richieste e annunci che, prima del “tradimento”, sarebbero state fatte dal sindaco in persona.
PER IL BENE DEI CITTADINI E PER LE ATTIVITA’ IN CORSO
Da osservatore esterno, ma da sempre votante a sinistra e spesso per il PD a livello sovracomunale, penso che il vero nodo da sciogliere da parte degli organi dirigenti del PD e dei suoi iscritti non sia se sfiduciare o no Casini come sindaco.
Penso che questa scelta dovrebbe essere una conseguenza di quella veramente più importante.
Questa si può così sintetizzare: è meglio prendere posizioni e fare scelte decise, coerenti e importanti che ora possono provocare traumi interni ed esterni anche grossi, ma darsi un volto preciso da presentare agli elettori e al paese oppure è preferibile non scegliere e farsi erodere più lentamente, ma inesorabilmente il consenso fino all’inevitabile completa dissoluzione dopo una lenta agonia?
Perché quest’ultimo è da tempo l’obiettivo di Renzi e di chi lo segue e possiamo essere certi che se riesce a imporre il suo gioco, riuscirà anche nell’intento.
Personalmente, anche se sarei molto dispiaciuto di veder scomparire un partito che, con tutti i suoi difetti, rappresenta il maggiore polo della sinistra, non so proprio che farmene di una compagine di gente senza idee chiare, incapace di reagire positivamente alle sfide esterne e ripiegata su se stessa e sulle piccole beghe interne.
Preferirei un partito che le sfide le affronta a testa alta e non accetta ricatti da nessuno, personalmente mi sentirei di sostenerlo anche se il travaglio potra’ essere molto doloroso.
Ma senza dolore non si partorisce niente, è una legge di natura.
Il problema però è che le scelte giuste e coraggiose richiedono personalità indipendenti e coraggiose.
Mi domando: oggi se nel PD di Bagno a Ripoli esistono queste personalità.
Dopo una lunga stagione di acritica sequela del capo indiscusso, quelle che, specie fra i giovani, dovrebbero essere le figure emergenti pensano di poter ricostruire un partito veramente democratico e partecipato o stanno semplicemente cercando un nuovo capo che sostituisca quello di cui si sentono orfani?
Pensano di essere finalmente maturati e riuscire a prendersi le loro responsabilità o sperano di trovare qualcun altro al quale affidare la loro fragilità?
Per risolvere questo grosso dilemma la via giusta non sono le discussioni a porte chiuse che presuppongono il pudore di non far trapelare i modi e gli argomenti trattati.
Sarebbe invece fondamentale un dibattito aperto nel quale ascoltare anche cosa gli elettori si aspettano dal PD.
La conseguente scelta sul caso Casini viene di conseguenza e sarà determinata dalla risposta alla prima.