Dopo l’annuncio del sindaco metropolitano Dario Nardella che la tenuta di Mondeggi non è più in vendita (vedi articolo), la comunità di “Mondeggi bene comune” canta vittoria e, dopo tre giorni di elaborazione, diffonde un comunicato ufficiale. Nel testo la Comunità, che da sette anni occupa alcune coloniche e terreni, prende atto della nuova intenzione della proprietà, la Città Metropolitana, e dichiara la disponibilità ad avviare il percorso di dialogo prospettatop da Nardella.
Questo il testo del comunicato di “Mondeggi bene comune”
Di fronte alle ultime dichiarazioni del Sindaco metropolitano Nardella riguardo al destino della tenuta di Mondeggi, una parola soltanto basta a commentare: finalmente. Per la prima volta in otto lunghi anni, ovvero da quando il comitato Mondeggi Bene Comune ha iniziato il proprio percorso in opposizione all’alienazione del bene, l’Ente proprietario ha assunto una posizione netta, escludendo la vendita dal ventaglio delle possibilità. Non solo, ha infatti rilanciato circa una gestione collettiva della fattoria, che ne valorizzi le potenzialità sociali e produttive includendo la comunità territoriale e le realtà che ad oggi operano a Mondeggi; di fatto, quello che Mondeggi Bene Comune afferma e pratica ormai da anni.
Che una simile convergenza sia potuta accadere solo grazie ai soldi promessi dal Recovery Found, motore finanziario dell’intera operazione, oppure sia avvenuto anche un reale ravvedimento, interessa fino a un certo punto: ciò che pesa è il riconoscimento ufficiale della piena legittimità di quelle istanze che Mondeggi Bene Comune ha portato avanti sinora. Con buona pace dei vari detrattori, Francesco Casini in primis, che oggi fanno buon viso a cattivo gioco dopo aver lavorato esplicitamente per anni al progetto di alienazione, e aver gettato tonnellate di fango su coloro che a Mondeggi hanno investito tempo ed energie.
Rischiando di peccare di presunzione, ci teniamo ad affermare che se Mondeggi oggi si candida ad essere ciò che Nardella ha illustrato, è solo e soltanto grazie al lavoro del comitato, e grazie soprattutto alle migliaia di persone che in questi anni hanno animato e attraversato le sue attività, dando nuova vita alla fattoria. Una vita nata dal basso, pronta all’azione diretta quando necessario, convinta che illegale e illegittimo non siano sinonimi e che le trasformazioni virtuose, spesso, nascano da gesti di rottura.
Ma lungi dall’essere i feticisti della trasgressione con cui ancora oggi veniamo pretestuosamente identificati, siamo pronti a partecipare al percorso che si sta delineando, così come dichiarato in ogni sede fin dal primo giorno. Il nostro auspicio è che anche dall’altra parte si tenga fede alle dichiarazioni roboanti, garantendo una gestione veramente collettiva e orizzontale di quello che ormai ufficialmente è riconosciuto bene comune.
Nonostante il percorso che si delinea sia tutt’altro che privo di ostacoli, possiamo affermare che una nuova fase si apre nel destino della fattoria e del comitato; e possiamo affermare ancora una volta che la lotta, quella ostinata, paziente, determinata, paga sempre.