“Vengono sollevati ‘problemi tecnici’ che spingerebbero in direzione dello sgombero rapido del casale di Cuculia, il presidio che è garanzia di continuità del progetto Mondeggi. Per noi la questione non è tecnica; è politica. Finché non avremo assicurazioni formali noi continueremo per la nostra strada, il che significa: proseguire il presidio di Cuculia”. La posizione del movimento Mondeggi bene comune, che da oltre dieci anni occupa la colonica che fa parte della tenuta di Mondeggi, è contenuta in un documento che fa il punto della situazione dopo l’avvio dei lavori di rigenerazione (investimento di quasi 60 miliioni di euro di fondi Pnrr da parte della Città Metropolitana)
L’esperienza del presidio in questi anni e le prospettive future saranno al centro di un’assemblea pubblica che la comunità Mondeggi bene comune ha convocato per domani (ore 17) al Circolo l’Unione a Ponte a Ema.
“Il tempo corre, siamo nel frullatore, decisi a giocarcela fino in fondo”, affermano i mondeggini, che rivolgono due richieste all’Amministrazione pubblica, proprietaria della tenuta.
La prima è che i lavori di ristrutturazione siano svolti compatibilmente alle esigenze di continuità abitativa e sociale dell’esperienza collettiva: “Mondeggi – affermano – è un insieme di pratiche comuni e il presidio è la garanzia che queste pratiche continuino ad esistere”.
La seconda riguarda l’assegnazione di terreni e casolari del progetto Mondeggi 2026. “Abbiamo incontrato il sindaco di Bagno a Ripoli, Francesco Pignotti – dicono i mondeggini -, con cui abbiamo abbozzato un dialogo sui tempi e sulle modalità della co-progettazione (il percorso partecipato per riqualificare l’area di Mondeggi) e sulle future assegnazioni dei casali: nell’assemblea ne parleremo e proveremo a prefigurare possibili scenari per informare e sensibilizzare la cittadinanza”. In attesa dell’incontro chiesto alla sindaca metropolitana Sara Funaro, “proprietaria” della tenuta di Mondeggi.
L’incompetenza ho la complicità della ppolitica nell’iniziare i lavori con parte delle case occupate, era inevitabile trovarsi allo scontro per il controllo dell’azienda per proseguire nei lavori . I ricatti degli occupanti proseguiranno fino a che non avranno il pieno controllo di tutta la proprietà senza spendere un euro.