Il latrare asfissiante dei cani e l’insolito numero di auto parcheggiate nello spiazzo di via di Pulicciano, accanto al viale d’accesso al parco di Mondeggi, sono un indizio evidente: deve essere in corso una battuta di caccia. In effetti è proprio così: oggi (venerdì 23 dicembre) verso le 14 un buon numero di cacciatori ha “stretto d’assedio” il parco di Mondeggi, dove di solito si incontrano podisti amatoriali (come il sottoscritto), ciclisti in mountain bike, amanti delle passeggiate, magari col cane, o del pic nic. Uno dei “battitori” che trovo dopo essere entrato nel parco me lo conferma: “Sì, stiamo facendo una battuta al cinghiale, ancora non ne abbiamo scovati, comunque le consiglio di non infilarsi in mezzo, meglio che torni indetro”.
Per la verità avevo già deciso di evitare di passare dal “fronte di battaglia” e mi ero appena addentrato nel parco proprio per capire cosa stava accadendo. Ora mi chiedo: com’è possibile fare una battuta di caccia al cinghiale in un parco senza un preventivo annuncio? O almeno apponendo dei cartelli che indichino il pericolo e invitino a deviare verso altre zone, se proprio non si può mettere qualcuno in carne ed ossa ad evitare rischiose incursioni fra pallettoni vaganti. Di chi è la responsabilità di questa grave imprudenza? Del Comune che gestisce il parco? Della Città metropolitana che ne è proprietaria? Della forestale o di chi organizza le battute per ridurre il numero degli ungulati? Fuori il colpevole, e che non si ripeta più.
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