L’orto si è moltiplicato: ne sono spuntati 40. I cespugli di olivi sono tornati a presentarsi come alberi, potati e “pettinati”. C’è la vigna, il frumento che cresce alto, le galline che fanno le uova, le caprette che belano come nei cartoni animati di Heidi, i primi vagiti di un frutteto: l’azienda agricola pare aver ripreso vita, ma è vero solo in parte. L’azienda Mondeggi-Lappeggi è sempre in coma profondo. Sono gli abitanti della casa colonica Cuculia che, ad un anno dall’occupazione (abusiva,) stanno via via rigenerando la fecondità dei campi circostanti. Ora la comunità “Mondeggi bene comune” può vantarsi di aver messo radici, nel vero senso della parola. L’esperienza di coltivare quei terreni abbandonati da anni e dall’incerto destino, sta diventato un esempio conosciuto in tutta Italia. Ieri, durante un giro, con Roberto Checcucci a farmi gentilmente da “cicerone”, ho incontrato perfino un gruppo di studenti dell’Università europea venuti a conoscere questa realtà.
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Mentre la Città metropolitana, subentrata alla Provincia nella proprietà dei beni, metteva in vendita alcuni terreni per pagare un po’ di debiti, suscitando malumori nel Comune di Bagno a Ripoli tenuto all’oscuro, l’occupazione raddoppiava. Oltre alla colonica di Cuculia, gli occupanti hanno preso possesso anche dell’immobile dietro la villa medicea, conosciuto come Corte Ranieri. Il prossimo passo, ma è solo una mia previsione, sarà la “colonizzazione” della grande casa colonica chiamata Sollicciano. Intanto gli occupanti hanno ottenuto un regolare contratto di allacciamento da parte dell’Enel.
Attualmente gli abitanti stabili, che si dedicano alla coltivazione dei campi e all’allevamento del bestiame, sono 15/18 giovani, molti laureati in agraria. La famiglia che ha abitato per alcuni mesi Cuculia è stata invece allontanata. Ne facevano parte tre bambini che non venivano mandati a scuola e questo aveva comportato malumori e segnalazioni da parte della popolazione. Ora le uniche proteste paiono essere per alcuni cani che girano in libertà. Per il resto clima di grande serenità. “Non siamo un gruppo di sbandati dediti agli spinelli o una comunità stile figli dei fiori”, tiene a precisare Roberto. Magari più “figli dei frutti”, azzardo. Sorride: “Questo suona già meglio”. E infiltrazioni di qualche tipo poco raccomandabile ci sono state? “Certo – ammette con franchezza – ma li abbiamo allontanati. Siamo in grado di filtrare da soli chi frequenta Cuculia, qui c’è solo gente che vuole lavorare la terra”.
Da venerdì 26 a domenica 28 giugno “Mondeggi bene comune” festeggerà il primo anno di occupazione con una tre giorni di dibattiti, lavori in comune, musica e buon cibo. Le aree intorno alla colonica sono state predisposte per ospitare camper e tende. Nel fienile sarà allestita una mostra sui semi del territorio, mentre domenica 28, alle 16, sarà organizzata un’assemblea pubblica di informazione alla Casa del popolo di Grassina.
L’occupazione dà i numeri. La campagna “adotta un albero da frutto” (dietro versamento di 5 euro) ha avuto successo: sono stati piantati 350 alberi tra meli, peri, albicocchi, peschi, noccioli, diosperi. Ci vorrà qualche anno perché inizino a dare frutti ai loro “proprietari finanziatori”. Sono stati “disegnati” una sessantina di mini appezzamenti di terreno, ognuno con 35 olivi, dati in gestione ad altrettanti cittadini che potranno farsi l’olio in proprio il prossimo autunno. Davanti alla colonica Sollicciano sono stati ricavati una quarantina di orti da 50 metri quadri l’uno, anche questi dati in gestione a persone della zona. Il problema è l’irrigazione. Sono stati predisposti alcuni serbatoi dove viene convogliata l’acqua piovana dai tetti del fabbricato, ma difficilmente sarà sufficiente durante il periodo estivo. Tra breve ci sarà la mietitura del frumento ed inizierà la produzione di pane. Nell’aia di Cuculia è stato realizzato appositamente un grande forno a legna. A settembre è previsto l’inizio della produzione di formaggio da latte di capra. Successivamente si avranno anche i frutti di una vigna (circa tre ettari) che il privato affittuario dei vigneti di Mondeggi, la ditta Pratelli di Vinci, ha lasciato in gestione agli occupanti: succo d’uva, più che vino. In un terreno di fianco al bosco di Mondeggi sono state piantata duemila patate, il mese prossimo primo raccolto. Già a regime la produzione di miele: ne sono stati prodotti circa cento chili di qualità acacia e millefiori. La vendita di questi prodotti ai mercati contadini dell’Isolotto, della Polveriera in Sant’Apollonia e della Fierucola in Santo Spirito, permettono di incassare quanto serve al sostentamento degli occupanti e alle spese di gestione. Con grandi sacrifici è stato acquistato un trattore, unico mezzo meccanico a disposizione dei mondeggini, oltre alle loro braccia. E la storia continua…
fantastico.. vorrei venire anche iooo..