Il padre di uno dei due ragazzini, accusati di aver appiccato le fiamme al campo tra via Mazzini e via di Montisoni, mi ha telefonato per puntualizzare alcune cose che sono state dette e scritte sulla vicenda:
“Premesso che mio figlio è indifendibile, pagherà per quello che ha fatto e io mi sento responsabile come educatore di ciò che è accaduto, sono molto dispiaciuto per alcune cose che hai scritto che ritengo arbitrarie e lesive nei confronti di un ragazzo di 13 anni che si rischia di marchiare con etichette che non merita. Non credo si possa definire ‘piromane’ uno che, comunque per sua colpa, dà involontariamente il via ad un episodio del genere. Non è certo rimasto sul posto a godersi lo spettacolo. Anzi, sono stati lui è l’altro ragazzo a chiamare il 115 dopo aver provato a spengere le fiamme senza riuscrivi. Numero e orario della telefonata sono certamente registrati e quindi ciò che affermo è verificabile. La Polizia municipale, che ci ha convocato nei prossimi giorni, ha contestato l’incendio colposo, non doloso. Li definisci inoltre ‘non nuovi ad atti di teppismo’, e come te il sindaco, da dove viene questa constatazione, visto che io lo so adesso? Mio figlio non c’entra niente con ciò che è accduto al Lanternino o in altre situazioni nei giornio scorsi”.
E’ vero, la definizione “piromane” in punta di vocabolario indica una patologia particolare, ma è altrettanto vero che nel linguaggio comune si definisce piromane chiunque appicchi il fuoco ad un bosco, un prato, un edificio. Ovviamente si tratta di una semplificazione giornalistica, non di una diagnosi medica (f.m.)
I giornalisti dovrebbero evitare queste semplificazioni che si traducono in un uso improprio dei termini, con il rischio poi di dare una visione distorta dei problemi. Visto che il termine piromane indica una persona affetta da una particolare patologia, non si possono definire tali anche coloro che appiccano un incendio per dolo o per colpa. Liquidarli tutti come piromani non contribuisce ad una percezione esatta del problema, non aiuta a capire, ad esempio, la gravità del comportamento di chi agisce per dolo o le negligenze che sono alla base degli atti colposi, che a loro volta permetterebbero di capire cosa si deve fare per evitare di scatenare un incendio. Certo, gli articoli danno giusto conto delle cause che hanno scatenato gli incendi, ma definire piromani i responsabili è comunque contraddittorio e rischia di creare confusione.
Eh già, il problema è lessicale. Mah…
Non è lessicale, è di sostanza come ho cercato di spiegare nel mio commento.
Devo dare ragione a Valerio, si tratta di una semplificazione erronea e che potrebbe trarre in inganno chi non a conoscenza della vicenda.