Festeggiato il primo mezzo secolo di vita dell’Ospedale Santa Maria Annunziata con brindisi e taglio della torta. Al “compleanno, questa mattina, era presente l’assessora regionale al diritto alla salute Stefania Saccardi che ha sottolineato che per l’ospedale di Ponte a Niccheri l’anniversario rappresenta un “tagliando” importante per la struttura che festeggia i suoi 50 anni di vita ma anche una nuova ripartenza con un piano di ammodernamento da 36 milioni di euro.
L’ospedale, ha aggiunto l’assessore, non è punto di riferimento solo per l’area del Chianti ma per gran parte dell’area fiorentina e per l’intera area vasta in quanto esprime grandi eccellenze. La riforma sanitaria regionale, infatti, ha ribadito l’assessore, va nella direzione di costruire un sistema in cui ogni presidio abbia la sua vocazione specifica al servizio del territorio ma anche nell’ambito di una rete più vasta. Ai festeggiamenti per i 50 anni, quando il 24 marzo 1968, l’allora ministro alla sanità Luigi Mariotti e l’arcivescovo di Firenze muravano insieme la prima pietra, ha partecipato anche il direttore generale dell’Azienda Ausl Toscana Centro, insieme ai rappresentanti istituzionali dei Comuni del Chianti, della Val di Sieve e del Valdarno, del Comune di Firenze, oltre ad altri amministratori locali e consiglieri regionali.
A ripercorrere la storia e le origini dell’ospedale è intervenuto il primo direttore sanitario, il professor Sandro Boccadoro mentre l’attuale direttore sanitario dell’ospedale del Santa Maria Annunziata, Lucilla Di Renzo, ha illustrato il progetto di ristrutturazione e riqualificazione. Presenti alla festa il presidente Associazione Onlus Santa Maria Annunziata, Beniamino Deidda. Il sindaco di Bagno a Ripoli Francesco casini che ha ricordato che in questi cinquant’anni l’ospedale è cresciuto e si è evoluto insieme alla comunità fino a diventare un punto di riferimento di altissima qualità per la salute di tutta l’area metropolitana di Firenze e l’intera regione.
“Un ospedale proiettato nel futuro ha commentato il direttore sanitario del Santa Maria Annunziata, Lucilla Di Renzo – “Ricordo che l’ospedale ha ricevuto il riconoscimento di “Ospedale amico del Bambino” e dal 2013 anche due “bollini rosa” dall’Osservatorio Nazionale di Salute della Donna ed è Centro di riferimento regionale per il melanoma e sede del Melanoma and Skin Cancer Unit di area vasta. Il presidio ha una forte vocazione nella cura della patologia tumorale, con lo sviluppo sempre più strutturato delle attività di senologia e la realizzazione e della Breast Unit aziendale ed è sede del dipartimento oncologico aziendale. Nella struttura ospedaliera sono presenti attività a valenza aziendale come malattie infettive e radioterapia, ed è riferimento per altri ospedali aziendali dell’area fiorentina in caso di patologia nefrologica ed urologica ed è presente anche un importante servizio di broncologia ed endoscopia bronchiale”.
Tutti i numeri dell’Annunziata – L’Ospedale è dotato di 294 posti letto; nel 2017 sono stati ricoverati 14.147 pazienti (12.107 in regime ordinario, 2.040 in day hospital). Dispone di 6 sale operatorie, 2 sale di cardiologia interventistica, 2 sale di chirurgia ambulatoriale, 2 sale parto ed 1 sala per le urgenze nel blocco parto.
L’anno scorso nel punto nascita sono avvenuti 1.100 parti.
Sempre nel 2017 sono stati effettuati 4.779 interventi chirurgici e 2.380 interventi di chirurgia ambulatoriale, si sono registrati 38.160 accessi al pronto soccorso e garantiti oltre mille interventi di emodinamica che attestano l’Osma come uno dei centri di primissimo livello per la cura dell’infarto al miocardio e tra i pochi in Italia per la complessità e il numero delle procedure eseguite.
Recentemente la struttura si è dotata di una ulteriore sala di emodinamica con un investimento complessivo pari a 736mila euro; ora l’ospedale dispone di due sale gemelle e due angiografi digitali.
Un nuovo ospedale – Mentre ricorrono i 50 anni, procedono spediti i lavori del nuovo Pronto Soccorso che si svilupperà su due piani, quello inferiore destinato a parcheggio, quello superiore all’attività sanitaria con la camera calda, le aree per il triage per gli ambulatori, le sale per la diagnostica e ampie zone per le degenze brevi e per l’osservazione dei pazienti ricoverati.
Tra i nuovi interventi sono previsti la realizzazione della nuova Palazzina d’ingresso, la ristrutturazione della radiologia, il laboratorio di tossicologia, la nuova sede del Centro melanoma e Skin Cancer Unit e la riqualificazione del reparto di dialisi.
Il presidio di Ponte a Niccheri, a lavori ultimati, disporrà di zone di attesa con luce naturale, un progetto mensa all’interno del doppio volume del nuovo ingresso, una nuova e migliore razionalizzazione dei percorsi con una viabilità delle emergenze separata dal resto dei flussi circolatori e un percorso protetto di accesso all’ospedale dedicato alle persone con ridotte capacità motorie.
Nel progetto complessivo anche l’ampliamento del parcheggio e un parco urbano.
L’ospedale di Ponte a Niccheri che è anche la base operativa di Pegaso 1, negli ultimi 10 anni è stato dotato del centro di radioterapia con un importante sviluppo del polo oncologico e il modello del day service multidisciplinare è stato implementato con importanti risultati. Appena completata, invece, la realizzazione del sito della risonanza magnetica che con due apparecchi garantirà l’effettuazione di indagini diagnostiche di alto livello per il bacino d’utenza Firenze sud.
In questo ospedale che è oggi un presidio strategico per l’area vasta centro, si sono avvicendati in questi 50 anni figure di spicco e professionisti che hanno fatto scuola in campo medico sanitario. Da Quirino Maggiore padre fondatore della nefrologia italiana ad Alfredo Zuppiroli, cardiologo di fama mondiale e fino a pochi mesi fa anche presidente del Comitato di bioetica regionale. Da Alessandro Rosselli del nucleo storico di medici che hanno collaborato al rilancio della medicina d’urgenza toscana a Renato Moretti, chirurgo di fama mondiale, a Marco Carini, oggi Capo Dipartimento dell’Oncologia di Careggi, a Umberto Maria Reali, padre fondatore della chirurgia plastica a Firenze.