Gli anni, le malattie e ora anche la burocrazia sta mettendo a dura prova la resistenza del Leccio di Belmonte (o Leccio del Ginori), l’albero plurisecolare che domina dalla collina Antella e Grassina. Il grande leccio fa parte del lascito testamentario a favore della Misericordia di Firenze da parte della defunta Donella Torrigiani, insieme a ettari di oliveta e alcuni immobili.
La pianta è in stato di abbandono, alcuni rami rischiamo di spezzarsi, tutto intorno regna il degrado (vedi articolo e video). L’allarme fu lanciato mesi fa dal comitato “Salviamo il leccio di Belmonte”, promosso dal fotografo antellese Andrea Rontini, intorno al quale si sono riuniti numerosi cittadini della zona.
Appello raccolto da Cittadinanza attiva, Pd e Cittadini di Bagno a Ripoli che hanno presentato una mozione approvata all’unanimità nell’ultima seduta del consiglio comunale. Nel documento si chiede di “adottare quanto prima iniziative a tutela del Leccio di Belmonte, sia con interventi di cura per garantire la sopravvivenza della storica pianta, sia attraverso un percorso che possa portare ad una piena fruizione dell’area da parte di tutta la comunità”.
Le tre forze politiche ricordano che il leccio è “un vero e proprio patrimonio collettivo per la frazione di Antella e per tutto il territorio di Bagno a Ripoli” e chiedono “di avviare un percorso volto a garantire un utilizzo pubblico dell’area in cui si trova l’albero”.
“L’eredità è stata impugnata e questo rende tutto più complesso. Il passaggio di proprietà è bloccato – ha annunciato il sindaco Francesco Casini al consiglio comunale – Ci vorrà forse una sentenza del Tribunale o una mediazione ma potrebbe avere tempi lunghi”.
“Il valore del leccio non è limitato all’albero in sé. La mozione va in due direzioni: assicurare alla pianta cure urgenti e garantire l’uso pubblico dell’area come vero bene comune”, ha detto Sonia Redini. “Il leccio ha un’eredità da tramandare, storica ma anche sociale per la comunità”, ha aggiunto Simone Dessì. “Sarebbe bello anche recuperare le strade poderali per accedervi come facevo da giovane. Lo apprezzerebbero non solo i cittadini dell’Antella”, ha sottolienato Sandra Baragli.
“Apprezzo moltissimo l’iniziativa. Mi ero attivato con la Misericordia e anche col governatore Niccolò D’afflitto, nostro concittadino – ha spiegato il sindaco Casini -. Gli agronomi interverranno per la cura della pianta. Valuteremo le questioni urbanistiche quando sarà chiarito l’aspetto proprietario; prendiamo in seria considerazione la richiesta dei cittadini. Avevo convenuto con la Misericordia di organizzare momenti di apertura alla cittadinanza a primavera. Però attualmente la proprietà è privata ma indefinita”.
“Che si decida per un esproprio o per una convenzione tra pubblico e privato – ha precisato l’assessore all’urbanistica Paolo Frezzi – in questo momento manca il soggetto con cui stipulare un patto”.
Speriamo prima di tutto che lo si possa salvare, sarebbe bello poi, anche poterlo vedere