Dalle terre siciliane confiscate alle mafie alle tavole di Bagno a Ripoli. Le arance di Libera, la rete di associazioni guidata da don Luigi Ciotti che da decenni si batte per la legalità, approdano sul territorio comunale. E lo fanno con un nuovo nobile scopo: parte del ricavato delle vendite servirà infatti a sostenere progetti educativi e didattici nelle scuole. L’iniziativa, organizzata dal Comune di Bagno a Ripoli insieme agli istituti comprensivi “Antonino Caponnetto” e “Teresa Mattei” in collaborazione con Siaf, è in programma sabato 16 febbraio, quando dalle 9.30 alle 12.30 davanti al palazzo comunale in piazza della Vittoria, sarà possibile acquistare le arance della legalità. Per ritirare le arance è necessario prenotarle, compilando un apposito modulo che in questi giorni è in distribuzione nelle scuole del territorio e, da lunedì 28 gennaio fino al 2 febbraio, anche presso l’Ufficio relazioni con il pubblico del Comune.
Le arance di Libera a disposizione sono della tipologia “tarocco” e “moro” e sono coltivate biologicamente dalla cooperativa sociale “Beppe Montana” che gestisce novanta ettari di terreni agricoli provenienti da diverse confische ai clan Nardo e Riela e situati dei comuni di Lentini, Belpasso e Ramacca. Sono disponibili confezioni di 3 chilogrammi al prezzo di 5.5 euro, di cui 1.40 devoluti alla scuola oppure cassette da 7 chilogrammi al prezzo di 12 euro, di cui 3 devoluti alla scuola. Nei giorni precedenti all’iniziativa, Siaf non solo proporrà le arance nelle mense scolastiche ma produrrà anche marmellata fresca che servirà a portare in tavola gustose “crostate della legalità” per la merenda dei bambini.
“L’iniziativa – ricordano il sindaco Francesco Casini e l’assessora alla legalità Francesca Cellini – nasce in seguito alla visita istituzionale del maggio scorso che insieme al Comune di Scandicci abbiamo fatto proprio nei terreni sottratti alla mafia coltivati dalla cooperativa sociale. Siamo rimasti davvero colpiti da questa realtà e dal lavoro svolto per restituire le vecchie terre delle cosche all’agricoltura, all’economia locale e alla dignità di una comunità intera. Da qui l’idea di accogliere il frutto di quelle terre sul nostro territorio, coinvolgendo soprattutto gli studenti e i più giovani, futuri custodi dei semi della legalità, ma anche tutti i cittadini, che ci auguriamo siano in tanti a partecipare”.