Se il sindaco Francesco Casini vuole restare al suo posto dovrà accettare cinque “condizioni non negoziabili”. E’ questa l’indicazione che è emersa nell’assemblea degli iscritti del Pd di Bagno a Ripoli (condotta dalla presidente Biagina Benelli), all’Acli di Grassina, che è terminata verso le due di stamani.
In sostanza si punta ad un “commissariamento politico” del sindaco per evitare il commissariamento prefettizio in caso di sfiducia (con il rischio di perdere i 21 milioni del Pnrr con cui finanziare tutta una serie di progetti già annunciati su Bagno a Ripoli). Queste le condizioni che saranno esplicitate e formalizzate dall’assemblea comunale del Pd che si riunirà lunedì:
1) Azzeramento delle deleghe del sindaco (Casini dovrà passare agli assessori del Pd Bilancio, Polizia municipale, Rapporti con la Città metropolitana);
2) Rimettere il mandato nelle mani della maggioranza, subordinandolo al rispetto delle condizioni;
3) Collegialità con la giunta di ogni scelta (“Non c’è più l’uomo solo al comando”, è stato detto);
4) Revisione dei rapporti interni all’amministrazione tra sindaco, assessori e consiglieri di maggioranza che dovranno avere una maggiore visibilità rispetto a quanto accaduto fino ad ora;
5) Patto di governo da sottoporre a periodica verifica con il Pd.
“L’ipotesi di una mozione di sfiducia resta sul tavolo – si afferma in una nota della segreteria comunale del Pd Bagno a Ripoli -. Al tempo stesso, per verificare se ci possano essere i presupposti per proseguire il mandato amministrativo senza consegnare il Comune nelle mani di un commissario prefettizio, il Pd detterà al sindaco alcune condizioni non negoziabili nell’esclusivo interesse delle cittadine e dei cittadini di Bagno a Ripoli. Al sindaco verrà chiesto di rimettere il mandato nelle mani della maggioranza subordinandolo, d’ora in avanti, al pieno rispetto delle condizioni che saranno indicate in un documento che, tenendo conto dei contributi arrivati dagli iscritti ieri sera, sarà poi sottoposto lunedì al voto dell’assemblea comunale del Pd“.
C’è anche una sesta condizione che aleggia nell’aria: al momento il Pd non ha più la maggioranza in giunta. Su sei membri solo tre appartengono ai democratici (il vicesindaco Frezzi e gli assessori Minelli e Pignotti), gli altri sono, oltre al sindaco Casini ormai di Italia Viva, le assessore Cellini (Sinistra civica) e Francois (Cittadini di Bagno a Ripoli). Al sindaco verrà chiesto un riequilibrio di giunta. L’ipotesi è l’ingresso di una esponente piddina al posto dell’assessora Francois (ma come la prenderebbero gli esponenti della lista Cittadini di Bagno a Ripoli di cui l’assessora è espressione?).
Nonostante le premesse di spaccatura all’interno del Pd ripolese, tra chi voleva un voto di sfiducia al sindaco Casini e chi sottolineava i riflessi negativi di questa azione sui cittadini e sullo stesso partito, l’assemblea si è svolta senza eccessi. Confronto aperto, numerosi interventi (una ventina), nessuna rissa verbale. “Un partito consapevole della criticità del momento”, ha commentato qualcuno. “Sapiente regia degli organi dirigenti locali e metropolitani” (erano presenti la segretaria Monica Marini e i membri della segreteria regionale Emiliano Fossi e Massimiliano Pescini), ha chiosato un altro.
Lo stesso segretario comunale Edoardo Ciprianetti, nella sua relazione introduttiva, aveva usato termini forti definendo la decisione del sindaco Casini “gravissima, incomprensibile, ingiustificata”, parlando di “ferita insanabile col partito” e affermando: “Impossibile andare avanti come prima. Unica conseguenza seria sarebbero le dimissioni, ma dal sindaco non è emersa questa volontà”. Però, ha aggiunto squadernando la linea che sarebbe poi stata caldeggaiata “dobbiamo reagire pensando di mettere al primo posto l’interesse dei cittadini di Bagno a Ripoli”. E l’appello all’interesse della comunità, sostenuto anche da punti di riferimento del Pd ripolese come l’ex segretario comunale Gian Bruno Ravenni e l’ex sindaco Luciano Bartolini, ha funzionato. “Sono entrato in assemblea con la convinzione della sfiducia al sindaco – ha detto l’ultimo degli iscritti che ha parlato – ma ho cambiato idea”.
Tra le condizioni poste dal PD per non sfiduciare il sindaco colpiscono particolarmente i punti 3 e 4 nei quali si intende imporre una gestione democratica e condivisa dell’amministrazione coi consiglieri e i membri della giunta.
Ma non dovrebbe essere la normalità questo tipo di gestione?
Con questa “imposizione” il PD e i suoi rappresentanti eletti fanno sapere (a chi non se ne fosse reso conto) senza alcun pudore che negli ultimi sette anni tutto è stato deciso da Casini e che gli altri membri della maggioranza hanno sempre accettato senza obiettare e probabilmente senza capire e magari senza sapere.
Ma allora erano lì solo per fare numero e massa critica contro qualsiasi ipotesi o semplice aggiustamento del volere personale del sindaco.
Ma veramente pensano che con qualche regoletta la situazione cambi?
E chi avrà la capacità di opporsi dopo anni di cieca obbedienza?
A me pare una ghiotta e divertente occasione per Casini e IV per tenere sotto scacco il PD e continuare a smontarlo pezzetto dopo pezzetto.
Già mi immagino i continui sconfinamenti alle regole e le (sempre timide e velate) proteste del PD e il loro veloce rientro sotto le minacce che ieri hanno portato il partito a più miti consigli.
Infine, cosa significa togliere al sindaco la delega per i rapporti con la Città Metropolitana?
Ci andrà qualcun altro al posto suo alla CM?
Qualcun altro lo sostituirà nella delega ai trasporti?
Certamente no, perché è lì in quanto eletto e perché ivi nominato in quell’incarico particolare.
E allora continuerà tranquillamente a operare come ora senza rendere conto a nessuno nel Comune di B. a Ripoli.
Questo finto commissariamento del sindaco mi sembra l’ennesima foglia di fico di un partito e dei suoi rappresentanti che continuano a non essere all’altezza del compito che i cittadini hanno loro affidato.
Alla fine,purtroppo confermano il giudizio (secondo me offensivo) che Casini ha dato di loro al momento del suo annuncio.
Concordo pienamente. Alla maggioranza conveniva credere senza controllare (in Consiglio fu dichiarato da un consigliere , “ma noi crediamo a quello che ci viene detto”) e così non c’è mai stata un pur che minimo cenno di dissenso. Solo Sonia Redini di Cittadinanza Attiva cercava di arginare una politica interessata e disastrosa, ricevendo però sempre sberleffi e cenni di insofferenza. Se fosse stato per la maggioranza i consigli sarebbero durati la metà del tempo e ……tutti a casa felici e contenti. Quante volte la consigliera Redini si è appellata al senso di responsabilità dei suoi colleghi consiglieri? Tante volte, ma è rimasta sempre inascoltata. Questa è la storia vera.
Ho letto il resoconto di Matteini sull’assemblea degli iscritti PD di ieri sera. Quindi la montagna ha partorito il topolino. Al di là dei toni bellicosi, mi chiedo come farà il Partito Democratico a mettere in pratica le condizioni “non negoziabili” e ad assicurarsi che vengano rispettate nei prossimi mesi. Parliamoci chiaro, il PD Bagno a Ripoli è ormai da anni un corpo politico fatto a immagine e somiglianza di Francesco Casini e il fatto che il Sindaco abbia abbandonato la casa madre per approdare su altri lidi non cambia magicamente questo dato. Faccio fatica a pensare che gli assessori Frezzi, Pignotti e Minelli siano in grado di conquistare maggiore visibilità e autonomia, considerato che sono da sempre il suo braccio operativo. Per non parlare dei consiglieri comunali, che hanno votato all’unanimità tutto quello che è stato loro proposto senza nemmeno discuterlo.
Il dibattito politico continua ad essere rinchiuso sugli assetti di potere e delle alleanze, mentre i temi di sostanza che riguardano tutti i cittadini continuano ad essere lasciati nel dimenticatoio, come se fossero ininfluenti sull’evolversi dello scenario. Così questa Amministrazione passerà alla storia per aver conquistato il primato del consumo di suolo in Toscana negli ultimi anni (lo dice il rapporto annuale dell’ISPRA) e per aver adottato i nuovi strumenti urbanistici con una partecipazione finta e telecomandata, forzando le indicazioni della normativa regionale e nonostante le osservazioni di Regione, Città Metropolitana e Sovrintendenza che confermano le critiche delle Associazioni ambientaliste.
Un bel risultato per un partito che si definisce “riformista”.
Non posso che essere d’accordo anche con questo ultimo scritto.
A chi si è sempre interessato di politica era noto che la situazione si stava degradando e che la democrazia era appesa ad un filo tenuto dall’opposizione. Ma i cittadini, come hanno fatto a non accorgersene? È così tanta l’indifferenza e la cecità delle persone da non considerare i tanti comunicati, articoli sui giornali e sui social che in questi anni sono stati pubblicati? Oppure sono stati manipolati ad arte? Ora, che la delusione e il tradimento sono evidenti, cosa dovrebbe essere fatto perché i cittadini prendano consapevolezza e si attivino per pretendere una giusta e vera politica democratica? Se qualcuno avesse un’opinione da esporre sarebbe apprezzato.
Intanto, mi sento di INVITARE i cittadini ad intervenire più numerosi alle sedute di Consiglio, organo superiore, dove vengono prese tutte le decisioni in loro nome.