Unire le forze e fare squadra per valorizzare il lavoro nei campi come forma di integrazione, occasione educativa e strumento terapeutico per persone svantaggiate o con disagio. Sono alcuni degli obiettivi con cui stamani Bagno a Ripoli ha aderito ufficialmente alla Rete dell’agricoltura sociale della Toscana centro. Il gruppo di lavoro, oltre al Comune, comprende associazioni di categoria, aziende agricole, cooperative sociali, servizi pubblici e associazioni che da oggi in poi si coordineranno – ciascuno con le proprie competenze e gli strumenti a disposizione – per creare nuovi percorsi di agricoltura sociale nelle province di Firenze, Prato e Pistoia. Tra i primi firmatari ci sono gli agricoltori della Cia e alcune importanti realtà imprenditoriali e sociali operanti sul territorio ripolese, come l’azienda agricola Olivart, l’azienda agricola Morelli, l’associazione Popular e la cooperativa sociale Coop 21.
Ad ispirare la nascita della rete è stato anche il progetto di agricoltura sociale “Grandi Zolle” ideato dal Comune di Bagno a Ripoli per promuovere insieme alla Azienda Usl Toscana Centro e alla Città metropolitana l’inserimento lavorativo in agricoltura per persone con disagio psichico. Se il lavoro per persone a basso ‘potere contrattuale’ è uno dei punti di partenza, le possibilità progettuali e di azione che la Rete vuole sostenere e incentivare sono ancora più ampie. Per questo è aperta ad accogliere tutti i soggetti che a vario titolo si occupano di agricoltura sociale, da chi eroga servizi all’infanzia con gli agri-nido fino a progetti mirati per persone disabili, minori svantaggiati, richiedenti asilo e non solo.
“Siamo orgogliosi di aver contribuito ad ispirare questa realtà con ‘Grandi Zolle’ – dicono il sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Casini e la vicesindaca con delega al sociale Ilaria Belli -. Per questo abbiamo voluto essere tra i primi firmatari. Sarà una Rete di esperienze, un utile strumento per scambiare idee tra enti e soggetti diversi, incrementare le opportunità di inclusione sociale e lavorative di persone svantaggiate, ma anche di supporto concreto alle aziende agricole del territorio”.