Inizierà probabilmente la prossima estate un lungo “calvario” di lavori per la scuola media Redi, al termine del quale però, l’istituto sarà messo in sicurezza per quanto riguarda le norme anti sismiche. “Stiamo lavorando proprio in questi giorni al progetto definitivo, poi parleremo con la dirigenza della scuola e passeremo al progetto esecutivo – dice il sindaco Francesco Casini – I lavori non inizieranno prima dell’estate. Il progetto esecutivo dovrà comunque essere validato entro metà febbraio per accedere ai bandi nazionali di finanziamento”. Per un periodo di circa 18 mesi, questa è la stima dei tecnici, l’attività didattica della Redi dovrà coordinarsi con il cantiere; sarà necessario trasferire gli studenti fra le varie aule agibili e, in alcuni periodi, potrebbe essere indispensabile il trasferimenti provvisorio in altre scuole della zona.
D’altronde un intervento strutturale non era più rinviabile e nel bilancio di previsione per l’anno in corso il Comune ha stanziato i 900mila euro necessari alle opere di consolidamento. Le indagini commissionate nei mesi scorsi ai tecnici hanno evidenziato “elementi di criticità che determinano la necessità di interventi volti al miglioramento della resistenza strutturale dell’edificio scolastico”.
La scuola secondaria di primo grado Francesco Redi, così come la vediamo oggi, è stata realizzato in diverse fasi: nella prima, risalente agli anni ’60, i lavori del corpo principale vengono ultimati il 26 aprile 1968, mentre quelli relativi alla palestra e all’ampliamento dell’ala nord vengono dichiarati finiti il 18 luglio 1971; infine, negli anni ’90, l’edificio è stato ultimato realizzando un ampliamento consistente in due aule (una al piano terra e la corrispondente al piano primo), giuntato su un lato rispetto all’edificio originale. Isolato dal resto della struttura scolastica è presente una palazzina che attualmente ospita due aule di informatica. Nonostante le ricerche effettuate, non è stato trovato nessun documento che riporti né i dettagli di costruzione né la data di realizzazione.
“L’edificio scolastico – afferma la relazione tecnica – non può considerarsi staticamente e sismicamente conforme alle attuali normative vigenti. Tuttavia, grazie alle ricerche effettuate in fase di analisi storico-critica, è stato possibile recuperare documenti originali di collaudi statici dell’epoca di costruzione, che quanto meno rendono legittima l’utilizzazione della struttura”.
L’intervento generale di adeguamento sismico prevede, fra l’altro, il rinforzo strutturale mediante l’impiego di fibre di carbonio da applicare in modo particolare ai nodi costituiti dall’incrocio di travi e pilastri. La prima fase del progetto è relativa all’adeguamento dei corpi didattici principali, escludendo dagli interventi il locale adibito a palestra, che sarà oggetto di un successivo intervento.
“La tipologia delle lavorazioni attese per la messa in sicurezza e l’adeguamento statico e sismico del plesso scolastico – afferma ancora la relazione tecnica – sono estremamente invasive e non è ipotizzabile effettuare le opere senza interrompere le attività didattiche”, per questo “è necessario organizzare i lavori intervenendo su ogni singolo corpo strutturale in modo da circoscrivere i disagi al minor numero possibile di locali didattici, frazionando e scadenzando gli interventi in modo da permettere il regolare svolgimento delle lezioni e garantire le opportune condizioni di sicurezza durante l’esecuzione dei lavori. Particolare attenzione dovrà essere posta nella stesura del cronoprogramma e dei traslochi delle classi tra i vari corpi di fabbrica, ottimizzando l’utilizzo degli spazi esistenti e, laddove fossero insufficienti, implementandoli chiedendo temporanea disponibilità ad altri plessi didattici”.
Indubbiamente la messa a norma della Scuola Redi per rischio sismico sembra un’ottima cosa. Ancora meglio sarebbe ricostruirla a poche decine di metri dalla posizione attuale, lontano dai pericoli di esondazione dell’Isone, dotandola di una buona palestra e, perché no, del tanto sospirato auditorium. Mi auguro solo che non sia una mossa per disincentivare le iscrizioni ad una Scuola che ha raggiunto livelli qualitativi tali da assorbire tanti utenti provenienti da zone diverse da quelle ad essa più prossime, togliendoli alle altre scuole dei territori limitrofi.