Emanuela Loi è stata la prima donna poliziotto a morire in servizio per mano della mafia: a soli 25 anni il 19 luglio 1992 venne uccisa nell’attentato mafioso di via D’Amelio, costato la vita al giudice Paolo Borsellino e agli agenti della scorta. A trent’anni esatti dalla strage, ancora oggi una ferita aperta per il Paese insieme all’attentato di Capaci, il Comune di Bagno a Ripoli e la Questura di Firenze hanno ricordato congiuntamente chi perse la vita servendo lo Stato. Il sindaco Francesco Casini e il questore di Firenze Maurizio Auriemma questa mattina hanno deposto un mazzo di fiori sulla lapide dedicata alla giovane Emanuela Loi, nella piazza che porta il suo nome (accanto alla sede della Cri).
“Un gesto simbolico ma doveroso per ringraziare chi pagò con la vita la lotta alla mafia e per rendere omaggio a chi ancora oggi è in prima linea – ha spiegato Casini –. Come doveroso è l’esercizio della memoria verso le nuove generazioni: per chi compie oggi 18 anni, il 1992 può sembrare una data lontana, qualcosa da studiare nei libri di storia. Sta a noi, a chi c’era, tenere vivo il ricordo delle vittime e i valori per i quali si sacrificarono: democrazia, giustizia, la difesa delle istituzioni democratiche”.
“La dedizione al lavoro di Emanuela – ha sottolineato il questore Auriemma – che appena 25enne, credendo fermamente nella pace, nella giustizia e nella libertà, affronta con grande determinazione, fino al sacrificio estremo, i doveri ai quali ha giurato fedeltà indossando la divisa della Polizia di Stato, sarà per sempre un fulgido esempio di coraggio per tutte le generazioni passate, presenti e future”.
Il 19 luglio 1992 il giudice Paolo Borsellino viene ucciso dalla mafia in via D’Amelio a Palermo con un’autobomba carica di esplosivo, mentre si reca a fare visita alla madre. Con lui muoiono gli agenti della scorta: Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Nemmeno due mesi prima, il 23 maggio 1992, a Capaci, la mafia aveva ucciso il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato, e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
Il 16 maggio 2019 Bagno a Ripoli ha intitolato ad Emanuela Loi il piazzale adiacente alla Croce Rossa nella frazione capoluogo, con un’iniziativa promossa insieme ad Auser e Spi Cgil.