Un viaggio a ritroso nel tempo, alla riscoperta delle proprie radici, in una narrazione che procede passo passo fino a formare come una trina, a riannodare i fili che legano alla propria terra d’origine, a quelle usanze della campagna ricostruite con attenzione e rispetto.
Delfino Amantini, grassinese di adozione, ricompone un quadro di famiglia nel suo “L’Aquilone”, esordio narrativo che lo riporta alla natale Ca’ Federico, un borgo agricolo in provincia di Arezzo ma in un enclave all’interno della regione Emilia Romagna, e a Casteldelci, che invece sta nella campagna marchigiana, e da lì alle tappe percorse successivamente, alle vicende dell’infanzia, ai legami familiari, ai luoghi e a quelle attività quotidiane che dettavamo i ritmi delle comunità agricole.
“A Grassina sono arrivato dopo aver trovato lavoro a Firenze – racconta Amantini – alla fine degli anni ’70 ed è il luogo dove sono nati i miei figli e da loro i miei nipoti. E’ proprio per raccontare a loro delle origini della nostra famiglia che ho voluto scrivere questa storia, ricostruendo un passato che rischia di andare perduto”.
Amante della musica e affezionato al suo sax, amabile conversatore, Amantini tratteggia nel suo libro figure rimaste impresse nella memoria e compila infine un elenco delle superstizioni e dei vocaboli del gergo locale. “Quella di oggi è una vita ben diversa – dice – e sono state proprio le ristrettezze di adolescente a farmi pensare che oggi si sta esagerando nei consumi”.
“L’Aquilone” è in vendita all’edicola di piazza Umberto I a Grassina.