Per l’ultimo saluto all’ex vicesindaco di Bagno a Ripoli, Alessandro Calvelli, “Ale” come lo chiamavano tutti seguendo la moda giovanile di abbreviare ogni nome, stroncato da un infarto due giorni fa (vedi articolo), è stata scelta la grande sala dell’Acli di Grassina. Un luogo importante per Calvelli, che ne era stato presidente prima di diventarlo a livelo provinciale, e anche con maggior capienza rispetto alla chiesa di San Michele, insufficiente a contenere la moltitudine di persone che stamani hanno voluto stringersi intorno alla moglie Laura, ai figli Novella e Subramani, ai nipotini.
“Una persona per noi insostituibile – ha ricordato Giovanni Baldi, presidente del circolo Acli – Amante del dialogo, soprattutto con i giovani, mai scontroso, sempre rispettoso verso tutte le idee”.
“Non è facile non farsi travolgere dalle emozione quando perdi un caro amico – ha detto il sindaco Francesco Casini – Di Alessandro, Ale come lo chiamavamo tutti, voglio ricordare l’impegno di vita aperto agli altri, la dedizione, la generosità nei confronti del prossimo. Fu lui a chiedermi di candidarmi in consiglio comunale nel 2004. Incoraggiava sempre i giovani. E’ sempre stato un punto di riferimento per tutti noi, su di lui si poteva sempre contare. Per la sua eleganza è stato il miglior cerimoniere di matrimoni: penso che abbia sposato mezza Bagno a Ripoli. Mancherà a tutti ma lo ricorderemo con quel suo sorriso sotto i baffi”.
“Ho perso un amico che mi ha aiutato quando sono arrivato qui ed ero in difficoltà – ha raccontato il parroco di Grassina, don James – Il suo incoraggiamento mi ha aiutato a inserirmi e a crescere. Mi aveva detto che sarebbe venuto a fare il sacrestano per aiutarmi nella messa. I giovani prendano il suo esempio come persona che univa credenti e non credenti”.
Al rito funebre presenti anche il presidente del consiglio comunale Francesco Conti, assessori e consiglieri comunali, l’ex sindaco Luciano Bartolini, il sindaco di Impruneta Alessio Calamandrei, il consigliere regioale Cristiano Becucci, l’eurodeputato Nicola Danti e l’ex parroco di Grassina don Wiesiek Olfier che era legato a Calvelli da un rapporto di profonda amicizia.