Accostare la voragine che si è aperta sul lungarno Torrigiani, a possibili effetti del progetto terza corsia sull’Isone è prima di tutto pessima informazione e in secondo luogo un’operazione di bieco sciacallaggio politico. Il “Comitato l’autostrada che vogliamo”, a cui riconosco in molte circostanze una lodevole opera di sensibilizzazione ambientale, ha compiuto su Facebook questo brutto scivolone. L’ansia di sfruttare l’argomento fiorentino a fini locali ha preso il sopravvento sul capire cosa era accaduto, prima di lanciarsi in commenti spericolati. Le spiegazioni aggiunte successivamente risultano solo un maldestro tentativo di mettere la toppa alla falla ma, anche in questo caso, l’”acqua” non si è fatta imbrigliare. I riferimenti all’Arno e all’alluvione del ’66, di cui tra qualche mese ricorrerà il mezzo secolo, sono completamente fuori luogo.
Il milione e mezzo di metri cubi di terre di scavo nella valle dell’Isone sono un problema vero. Le preoccupazioni legittime, soprattutto per uno snaturamento ambientale della zona. La richiesta di interventi che mitighino questo stravolgimento, diano maggiori garanzie e limitino i disagi per i cittadini più che giustificate. Ma tutto ciò non autorizza il terrorismo psicologico. Il progetto preparato da Autostrade è stato esaminato e approvato, seppure con alcune prescrizioni, dai tecnici di Genio civile, Autorità di bacino, Soprintendenze varie, Regione e Comune di Bagno a Ripoli. Dobbiamo pensare che questa massa di esperti sia composta tutta da incompetenti o prezzolati o farabutti che se ne fregano dei danni a cose e persone? Certo, se la tesi è quella complottistica del “non ci si può fidare di nessuno”, allora alzo le mani. Nessun contraddittorio serio è possibile con chi imputa a priori la malafede a chiunque abbia idee diverse dalle proprie.
Se invece è possibile avere un approccio un po’ più laico alla vicenda, allora sarebbe opportuno valorizzare il minimo comun denominatore che esiste fra cittadini, associazioni e forze politiche allo scopo di ottenere qualche risultato concreto che vada oltre lo sfogo tanto per fare passerella. In questo senso mi sembra condivisibile quanto chiesto oggi in una nota dalla consigliera di Cittadinanza attiva, Sonia Redini: “Sia il Comune a rapportarsi con Autostrade e crei uno sportello, con personale interno, con le giuste competenze, a cui i cittadini possano rivolgersi, per proposte, osservazioni, dubbi, situazioni di criticità. Insomma, il Comune deve concretamente stare dalla parte del cittadino, espropriato, di chi avrà lesioni alla propria abitazione o di chi vorrà dare suggerimenti, in fase di progetto esecutivo. E non può essere sufficiente un numero verde per le segnalazioni da parte dei cittadini (svolgimento lavori, eventuali disagi, mancato rispetto delle norme), come anche suggerito dalla Commissione speciale per la terza corsa: bisogna fare in modo che i cittadini, ‘occhi e orecchie’ sull’Autostrada, possano dire di cosa c’è bisogno, realmente. Come cittadini, allora, dobbiamo avere la forza di chiedere che l’ampliamento dell’autostrada sia realizzato con tutti i mezzi, oggi possibili, per ridurre al minimo sia l’impatto ambientale che i danni che i cittadini subiranno, senza risparmi da parte di Autostrade, che già fruisce di un enorme beneficio economico dalla coincidenza fra luogo di deposito delle terre e luogo di conferimento finale”.
Mettendo da parte egoismi di partito e smanie di protagonismo forse ce la possiamo fare.
“Il progetto preparato da Autostrade è stato esaminato e approvato, seppure con alcune prescrizioni, dai tecnici di Genio civile, Autorità di bacino, Soprintendenze varie, Regione e Comune di Bagno a Ripoli”.
Forse in tutto quest’ambaradan di approvazioni ci siamo scordati dei cittadini che sono stati informati a bocce ultraferme e il cui parere – evidentemente – non interessava a nessuno.
Posso arrivare a pensare, paradossalmente, che la destinazione delle terre di scavo nella valle dell’Isone sia la soluzione “migliore” possibile, ma non ci si sarebbe dovuti certo arrivare con un percorso così omertoso.
Concordo con lei, non a caso come membro della Commissione speciale del Comune sulla terza corsia ho promosso il documento di critica nei confronti dell’amministrazione comunale. Ma speculare su un incidente di tutt’altra natura, come ha fatto il comitato l’autostrada che vogliamo, resta inammissibile.
Forse qualcuno di mega esperti, ha di mentivato che dove si trova una specie protetta CITES, come il gambero di fiume che si trova nell’Isone, l’ambiente non può essere assolutamente toccato e tantomeno trasformato è ricoperto di terra com’è nell’intento di fare da parte della società autostrade e tacito consenso degli amministratori locali. Da non dimenticare che il Dio quattrino scala ogni montagna….fate voi!
Le sue perplessità sono legittime. Ma, ripeto, speculare sulla rottura di un tubo accostandolo alle inondazioni dell’Arno è stupido e vergognoso.