Il sindaco Pignotti ha attaccato direttamente la Soprintendenza per i ritardi nei lavori di Publiacqua all’Antella, definendo “irrilevante” il valore dei reperti archeologici trovati (vedi articolo).
Pierluigi Giroldini, responsabile archeologico della Soprintendenza per la zona di Bagno a Ripoli, il 18 luglio ha dichiarato a QuiAntella che non era stato trovato niente di importante e che i lavori di Publiacqua in piazza Peruzzi potevano proseguire (vedi articolo). Cosa è cambiato nei giorni successivi?
“Da quando, circa un mese fa, QuiAntella ha chiesto informazioni sulle attività di scavo in piazza Peruzzi la situazione è notevolmente cambiata: lo scavo in corso a fine giugno si è rapidamente concluso e in quel settore adesso le lavorazioni di Publiacqua procedono senza intoppi. Nelle settimane successive, tuttavia, nuovi, più significativi rinvenimenti sono emersi lungo la trincea che risale via Peruzzi. Anche in questo caso sono state effettuate le attività di scavo previste dalla legge. Dunque sì, la situazione è profondamente cambiata. Molto brevemente, abbiamo rinvenuto alcune murature di età medievale, forse relative a edifici connessi alla pieve, un lastricato, ma soprattutto una tomba a fossa, insieme a ceramiche e frammenti di marmo di età romana. Elementi di grande importanza per ricostruire la storia dell’Antella e della sua pieve”.
Il sindaco denuncia continui stop ai lavori per reperti di valore irrilevante. Si sbaglia?
“Credo che il nuovo sindaco sia giustamente preoccupato per una situazione che rischia di impattare sulla cittadinanza, e le assicuro che il tema è all’ordine del giorno anche per la Soprintendenza. Fin dall’avvio dei lavori, a novembre scorso, abbiamo sempre cercato la collaborazione con il Comune e con Publiacqua, tanto che, pur con qualche rallentamento, i lavori sono sempre stati portati avanti senza particolari problemi. Del resto l’area dell’Antella è particolarmente delicata per vari motivi, tra cui sicuramente figurano quelli archeologici. Se si scava di fronte ad una pieve dell’XI secolo bisogna mettere in conto che potrebbero verificarsi ritrovamenti archeologici. Non è un mistero poi che l’Antella ha una storia molto più antica: a poca distanza dal centro storico infatti è presente una villa di età romana imperiale e vari ritrovamenti sono stati effettuati in tutto il centro abitato. Nulla è irrilevante quando aiuta a capire la vita quotidiana di chi ha vissuto all’Antella nel corso dei millenni”.
Per decidere di fermare dei lavori (quelli all’Antella come altri), valutate i reperti emersi per il loro valore assoluto o tenete conto delle conseguenze dello stop? Insomma, per la Soprintendenza archeologica fermare lo scavo in un giardino è diverso che farlo in un incrocio nevralgico per il traffico o no?
“Vorrei che fosse chiaro che nella grande maggioranza dei casi la Soprintendenza non ferma i lavori, ma cerca sempre, in collaborazione con la stazione appaltante, di trovare le strategie migliori per compiere le lavorazioni archeologiche in contemporanea con quelle dei progetti che devono essere realizzati. Molto spesso poi vengono fatti dei saggi preventivi, che permettono di scavare prima dell’inizio dei lavori proprio per evitare intoppi. In questo caso purtroppo non è stato possibile, proprio per la complessità del progetto e per la presenza di tante interferenze, non solo archeologiche, ma anche dovute alla presenza massiccia di vari sottoservizi”.
Nel caso dell’Antella, come si concilia l’interesse archeologico con quello della messa in sicurezza idraulica della frazione e anche con i disagi imposti ai cittadini?
“La legge prevede che, in casi specifici, quando un ritrovamento archeologico confligge fortemente con le lavorazioni, esso possa essere asportato, ovviamente dopo essere stato accuratamente scavato e documentato con foto, schedatura e rilievi. È una scelta dolorosa, ma che talvolta si impone proprio per salvaguardare l’interesse dei cittadini”.
Non crede che una più puntuale comunicazione ai cittadini sugli interventi della Soprintendenza archeologica, potrebbe farli accettare meglio?
“La diffusione corretta delle notizie archeologiche è uno degli obiettivi prioritari di questa Soprintendenza. Siamo sempre a disposizione, se interpellati, per offrire tutte le informazioni utili sia al Comune che ai cittadini. Personalmente ritengo che veicolare un messaggio corretto sia fondamentale proprio per evitare le incomprensioni che si sono verificate nel caso dell’Antella. Meno di un mese fa io stesso ho tenuto una conferenza presso la biblioteca di Ponte a Niccheri, durante la quale ho potuto rispondere alle domande che i cittadini mi hanno posto sui numerosi ritrovamenti verificatisi negli ultimi anni nel territorio comunale. Mi è dispiaciuto che il nuovo sindaco non fosse presente; sarebbe stata un’occasione di incontro sicuramente proficua, ma non dubito che altre se ne verificheranno in futuro”.
Nei prossimi anni Bagno a Ripoli sarà interessata da lavori che prevedono scavi: i nuovi insediamenti previsti dal piano strutturale nel pian di Ripoli, la costruzione del deposito della tramvia nella stessa zona, l’ampliamento dell’International School of Florence nella valle di Rimezzano, la costruzione del nuovo polo dell’infanzia in via di Belmonte. In base alla sua esperienza c’è da aspettarsi “sorprese” archeologiche come, in parte, è accaduto durante i lavori del Viola Park?
“Bagno a Ripoli è già interessata da qualche anno da un’intensa attività archeologica. Il fatto che la cittadinanza non ne abbia subito le conseguenze dimostra, credo, la correttezza del lavoro svolto fino a questo momento. Al di là delle scoperte straordinarie del Viola Park, su cui stiamo ancora lavorando e sulle quali uscirà un lungo articolo sul numero di novembre di Archeologia Viva, le attività di realizzazione della tramvia sono state già interessate da scavi archeologici: sono stati effettuati numerosi saggi preventivi nell’area del capolinea, del parcheggio e del deposito. In quel caso i ritrovamenti sono stati pochi, ma comunque abbiamo raccolto i dati utili prima di ‘sbloccare’ le attività di canitere”.
Quali ritrovamenti di cui la cittadinanza non si è accorta?
“Ad esempio quelli che sono stati effettuati negli ultimi mesi sul cantiere A1, a Ponte a Niccheri e vicino al San Donato; oppure il lastricato stradale, pertinente alla viabilità settecentesca per Arezzo, emerso in via Roma; o ancora le tombe rinvenute davanti alla Pieve di San Pietro a Ripoli e le strutture medievali presso la villa di Mondeggi. Saggi preventivi sono stati fatti presso la scuola Redi, e assistenza archeologica è in corso al cantiere del nuovo polo scolastico in via di Belmonte, senza che i lavori siano stati fermati neanche un secondo. La bellezza di Bagno a Ripoli risiede proprio nella sovrapposizione di tanti livelli storici diversi, che tutti insieme hanno contribuito a forgiare il paesaggio straordinario che possiamo ammirare oggi. Se ci privassimo della ricerca archeologica, la stessa identità della comunità locale ne verrebbe impoverita. Non dimentichiamoci che proprio il capoluogo sorge su resti romani, visibili vicino alla Coop, e per i quali attività di restauro da parte della Soprintendenza sono in programma per il 2025”.
Ha sentito il sindaco Pignotti dopo l’intervista-denuncia?
“Purtroppo non ho avuto ancora occasione. Sono sicuro che presto ci sentiremo per poter affrontare in modo più sereno la questione e mi auguro che in futuro le nostre due Amministrazioni potranno continuare a collaborare per il bene della comunità locale. In compenso vorrei sottolineare come l’impegno della Soprintendenza sul cantiere sia costante. Sopralluoghi per verificare l’andamento dei lavori e confronti coi tecnici di Publiacqua per cercare di risolvere tutte le interferenze sono all’ordine del giorno. Proprio ieri si è tenuta una riunione congiunta per definire la programmazione dei lavori delle prossime settimane”.
Cosa direbbe ad un cittadino dell’Antella che è stato alluvionato e che vede messa a rischio la conclusione rapida dell’intervento di Publiacqua?
“Mi sentirei di rassicurarlo per quel che riguarda gli aspetti archeologici. Ad oggi i due tratti di trincea interessati dai nuovi rinvenimenti sono liberi da interferenze, e abbiamo già in programma l’apertura di un ulteriore tratto a partire da lunedì. Ci aspettiamo una progressiva diminuzione dei rinvenimenti con il procedere delle escavazioni verso la parte alta di via Peruzzi. I lavori archeologici peraltro non subiranno interruzioni nel periodo agostano, proprio per consentire di portare a termine i lavori di Publiacqua nei tempi previsti”.