La Città Metropolitana, messa sotto accusa per l’intervento di capitozzatura dei tigli lungo il tratto di Chiantigiana che porta a Grassina, sia da alcune forze politiche che da molti cittadini, ha deciso di dire la sua. Ecco l'”arringa” difensiva per giustificare un intervento di potatura così radicale:
L’intervento di potatura piante eseguito dalla Città Metropolitana d Firenze a Grassina è frutto di un esame preventivo e di un confronto approfondito con il Comune di Bagno a Ripoli. Si trattava di un intervento di grande responsabilità, in cui bisognava coniugare la salute e la conservazione delle piante con l’esecuzione di un lavoro che deve comunque essere di miglioramento della sicurezza stradale.
I tigli – è stato specificato negli incontri fatti prima dell’intervento – sono fortemente interferenti fra di loro. Nel corso degli anni sono state oggetto di decisi interventi di potatura sopratutto dei rami sul lato strada. Ad un esame visivo, la maggior parte delle piante presentava lesioni della corteccia del tronco, cavità legate a precedenti tagli e cadute di rami, gibbosità sul tronco e sui rami. Due piante presentavano lesioni ancora più accentuate alla base del tronco, forse frutto di impatti dovuti a incidenti stradali tanto da imporre anche alcune valutazioni sull’eventuale abbattimento, che per ora è stato escluso.
Se i tigli fossero stati localizzati in un parco pubblico o lungo una viabilità secondaria, le opzioni di intervento sarebbero state sicuramente diverse. Le piante su cui si è intervenuti sono collocati in un’area con alta intensità di traffico, in cui è innervata una viabilità strategica per il raggiungimento dell’ospedale di Ponte a Niccheri con tutte le ripercussioni e rischi indotti che ne possono conseguire in caso di interruzione della viabilità stessa.
Un’ulteriore considerazione da fare è che il vento è stato il fenomeno naturale che nell’ultimo decennio ha provocato più danni nel territorio della Città Metropolitana e anche in Toscana e le esperienze delle tempeste di vento (downburst) del 19 Settembre 2014 (Cerreto Guidi, Empolese Valdelsa e Firenze), 1 agosto 2015 (Firenze Anconella, Albereta, Bellariva, Bagno a Ripoli, Impruneta) e la forte tramontana del 5 Marzo 2015 (in tutto il territorio) hanno evidenziato la vulnerabilità del nostro patrimonio arboreo nei confronti di raffiche di velocità maggiore di 130 – 160 km /h) oltre alla oggettiva migliore stabilità degli esemplari che erano stati oggetto di potature di alleggerimento delle chiome .
Si può convenire che si tratta di fenomeni eccezionali, peraltro tutti da comprendere in senso meteorologico perché sul nostro territorio i downburst non si erano mai registrati; pertanto non possono rappresentare il target degli interventi sulle alberature. In ipotesi, andrebbero ad esempio abbattuti tutti i pini e non è ovviamente un’opzione sostenibile.
Devono tuttavia essere tenuti ben presenti e di sfondo al lavoro di tecnici ed amministratori sopratutto in contesti così vulnerabili come quello della Sr 222.
In quel tratto di strada hanno lavorato anche gli operai forestali e il personale della Protezione civile, concludendo il lavoro in modo simmetrico su entrambi i lati del viale di Grassina, come raccomandato dal Comune di Bagno a Ripoli e condiviso della Metrocittà.
Non solo le osservazioni fatte sono inconsistenti e cercano di sviare il problema ma giustificano soluzioni miopi e incoscienti perche’ non tengono conto dei danni che questa potatura estrema operera’ in futuro. Quindi la sicurezza e’ salvaguardata solo per poco. Inoltre il lavoro non e’ stato completo in quanto non sono stati protetti i tagli sui tronchi che sono vie d’accesso a funghi e parassiti.
Suggerisco agli “esperti” qualche lettura… http://www.isaitalia.org/gli-indispensabili/176-documenti/indispensabili/237-perche-la-capitozzatura-e-dannosa.html
Fra i botanici è opinione consolidata che la capitozzatura danneggi le piante nel medio periodo. Per quanto riguarda la sicurezza la stessa nota della Città Metropolitana afferma che se questi tigli si fossero trovati in un parco pubblico o in una viabilità secondaria, la capitozzatura non sarebbe stata fatta. Benissimo, anzi, malissimo!! Evidentemente i responsabili della Città Metropolitana ritengono che passeranno altri 40 anni per la realizzazione della variante di Grassina!! Con quella variante il “vialone” diventerebbe viabilità secondaria !! Delle due, l’una, o la variante diventa “l’opera del Duomo” oppure i “geni metropolitani” hanno sbagliato e a noi di Grassina resta solo una “CRAPA PELATA”.