A novant’anni dalla sua costruzione (fu inaugurato il 15 settembre 1935), la Casina di Fonte Santa continua a essere un simbolo di memoria e di impegno civile per tutto il territorio fiorentino.
Alla ricorrenza il Crc Antella ha dedicato una mostra fotografica (visionabile nell’ingresso del circolo), che dà inizio alle celebrazioni, grazie all’archivio di immagini messo a disposizione da Massimo Casprini (vedi la gallery).
Inizialmente furono molti i paesani che offrirono con entusiasmo il loro lavoro volontario per costruire il rifugio a Fonte Santa, anche perché – essendo in gran parte di idee liberali e socialiste che, naturalmente, non potevano esprimere apertamente – trovarono l’occasione per eludere le noiose e retoriche adunate fasciste del sabato e della domenica.
L’inaugurazione avvenne alla presenza del segretario politico Marino Marchetti. L’Opera Nazionale del Dopolavoro capì subito l’importanza che aveva questo rifugio in mezzo al bosco come centro di aggregazione per cui, soltanto dopo appena tre anni, nel 1938 fu ingrandito con un piano superiore e nel 1940 fu dedicato, con una grande scritta sulla facciata, a Costanzo Ciano, un personaggio di spicco della politica fascista morto nel 1939.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, la Casina offrì riparo ai partigiani della Brigata Sinigaglia, che vi si riorganizzarono in preparazione della liberazione di Firenze nell’agosto del 1944.
Oggi è un rifugio per gli amanti della natura, ma anche un simbolo della storia locale che mantiene viva la memoria delle lotte per la libertà, offrendo uno spazio di incontro e riflessione per le nuove generazioni.