
Si è riaccesa improvvisa la polemica sulle potature degli alberi dopo l’intervento in via Machiavelli, a Grassina. Sotto accusa il metodo della capitozzatura, già usato (e criticato) l’anno scorso per le piante sul tratto di via Chiantigiana che da Ponte a Niccheri accompagna l’ngresso a Grassina. “Il comune di Bagno a Ripoli commissiona ancora la mutilazione/capitozzatura come potatura delle alberature pubbliche dimostrando l’incompetenza dei tecnici e dipendenti comunali – si legge sulla pagina Facebook “Manutentori del verde nazionale”- Questa pratica obsoleta, è scientificamente dimostrato, invece di diminuire i costi di gestione delle alberature, le aumenta aumentando anche i rischi per la cittadinanza. Dai tagli troppo grandi non cicatrizzabili dalla pianta, entrano patogeni come le carie minando drasticamente la stabilità della pianta. Ancora: dai tagli ricacciano numerosi rami lunghi e sottili (scopazzi) i quali, sotto il peso della neve e/o del vento, rischiano di rompersi ed essere un pericolo per i cittadini. Tutto questo diminuisce sensibilmente la durata di vita delle piante le quali devono essere abbattute anticipatamente creando dei costi elevati per il Comune e quindi per la cittadinanza”. Concordi con la critica anche alcuni membri della Commissione comunale agricoltura. E anche il professor Francesco Ferrini, docente al Dipartimento di Scienze produzioni agroalimentari e dell’ambiente dell’Università di Firenze, si mostra contrariato da questo metodo di potatura.
