I rapporti all’interno del Pd di Bagno a Ripoli, le polemiche sul “comitato elettorale permanente”, la conflittualità con le opposizioni, l’ombra di una lista civica alle prossime amministrative: ecco le risposte del sindaco Francesco Casini, in un’intervista esclusiva a QuiAntella, che offre numerosi spunti di riflessione.
La sostituzione di Daniele Olschki con GIan Bruno Ravenni avrebbe dovuto ricompattare il Pd di Bagno a Ripoli. Ti sembra che l’obiettivo sia stato centrato?
In verità con la segreteria di Daniele Olschki il partito non si è disgregato ma è cresciuto, si è formata una nuova classe dirigente. Ci sono certamente stati momenti di discussione accesa dettata anche dal periodo politico diverso della segreteria di Daniele: ci sono state le primarie, ben due tornate elettorali impegnative come amministrative ed europee e le regionali lo scorso anno. Ovvio che ci fosse più discussione interna. Oggi va affrontato un lavoro diverso e il Pd a Bagno a Ripoli si dimostra solido e in grado contemporaneamente di essere l’unica vera forza di governo e una straordinaria macchina organizzativa: tanto per fare un esempio la festa dell’Unita’che sta per iniziare a Mondeggi, ricca di stand, eventi e politica basata tutta su militanti e volontari, lo dimostra.
Cosa è cambiato fra le due gestioni del partito?
Con Gianbruno ci vediamo molto spesso, un confronto continuo. Cosa che avveniva forse un po’ meno con Daniele seppur l’operatività ed il lavoro sono stati sempre di grande intensità.
Tu eri fra gli sponsor di Ravenni: ti sei pentito?
Assolutamente no! Non comprendo sinceramente nemmeno il perché della domanda. Con Gianbruno da anni si lavora bene insieme. Gianbruno ha certamente competenza ed esperienza, contatti e questo aiuta molto nel confronto, sia a Bagno a Ripoli che all’esterno con gli altri Comuni e gli altri Enti. Bagno a Ripoli è con questa legislatura più che mai a tutti i tavoli più importanti dello scacchiere metropolitano e regionale, un ruolo che ci spetta di diritto e per il lavoro svolto in questi anni. Con Gianbruno segretario comunale posso contare su un appoggio in più in questo impegno.
Non ti sembra un atteggiamento di estrema debolezza il fatto che Ravenni ad ogni riunione ricordi che lui è un segretario di passaggio e che tra un anno il congresso dovrà trovarne un altro?
Mi sembra prematuro dirlo oggi, ma sia il segretario che io vogliamo puntare molto anche sui giovani e questo è un fattore decisivo per il Pd e per il nostro comune. Ci vogliono almeno 10 anni per costruire un buon dirigente o un buon amministratore ecco perché dobbiamo lavorare già da oggi se vogliamo puntare sui nostri giovani. Non ci si può improvvisare quando ci si appresta a responsabilità politiche e amministrative che hanno inevitabilmente ricadute sulle scelte della comunità. È quindi atteggiamento serio e di veduta quello che sostiene Gianbruno ovvero che il prossimo segretario debba essere uno dei giovani cresciuti nelle fila dei giovani Pd.
Le fibrillazioni nel Pd locale sono conseguenza di quelle nazionali o ci sono ruggini di zona?
Le fibrillazioni, che io chiamerei meno maliziosamente discussioni, stanno alla politica come la palla in una partita di calcio. Discutere è politica, un partito o un movimento che non discute al suo interno o che ha un capo che decide e gli altri eseguono silenti mi farebbe paura. Quindi in un partito grande e di governo come il Pd la discussione c’è, e può vertere su posizioni alte e di livello nazionale così come può nascere da questioni locali. Discutere bene fa bene. Casomai lascerei da parte le futilità per concentrarsi su temi significativi: a volte confermo che ci sono discussioni inutili che purtroppo si traducono in perdita di tempo, da cui mi ci sottrarrei volentieri.
Ti senti appoggiato come vorresti dal partito?
Appieno, dal segretario in primis e dalla segreteria, dagli iscritti ai militanti e volontari del Pd; sinceramente mi sento di avere una grande comunità alle mie spalle, di non essere solo.
Ritieni che sia più tu che hai bisogno del Pd o il Pd che ha bisogno di te?
Entrambi, io certamente ne ho bisogno ma siamo tutti consapevoli che oggi dall’operato di un’amministrazione e del sindaco dipende in modo decisivo anche la credibilità del partito.
Alcuni ti contestano di esserti circondato di un gruppo di fedelissimi con i quali decidi la politica locale?
Sciocchezze. Ripeto mi sento sostenuto ed appoggiato da tutto il Pd. Però sono un sindaco selezionato con le primarie, per indole personale ma anche proprio per questo, amo e cerco continuamente il contatto con la cittadinanza e mi confronto con i cittadini. Le decisioni nascono quindi anche dalla consultazione della comunità, delle associazioni, delle realtà del territorio: altro che con ristretti fedelissimi! Certo è che con chi si vede poco o punto la vedo dura prendere decisioni insieme.
Come mai hai marinato la penultima assemblea comunale? E perché hai dato una motivazione che poi si è rivelata falsa? Tornando indietro lo rifaresti?
Premesso che non devo dare giustificazioni in merito e che ne ho saltate davvero poche, mi limito ad informare che ho avvisato che non sarei andato all’assemblea sia il presidente che il segretario per un impegno preso molto in precedenza con altri sindaci e consiglieri regionali a Rufina. A causa di imprevisti sono rimasto invece, come spesso accade, fino ad oltre le 22.30 in comune a terminare del lavoro, cosa che mi ha impedito alla fine di andare anche a Rufina. Il presidente mi pare avesse già informato fin da subito della mia assenza, quindi immaginavo che tutti già sapessero che non sarei stato presente all’assemblea.
Alcuni componenti del gruppo consiliare si sentono tagliati fuori dalle tue consultazioni: lamentele ingiustificate?
Ingiustificate. Io ho fatto il consigliere comunale e ho sempre trovato il modo giusto e corretto di rimanere in contatto con il sindaco e la giunta Bartolini che allora amministrava. Ho sempre cercato io per primo il confronto, se qualcuno si sente davvero escluso non vedo perché non viene a parlarmene.
Cosa pensi della polemica sull’uso del Comitato Vivere all’Antella come un comitato elettorale permanente?
Mi viene da ridere a rispondere ad una domanda così… Che devo dire? Che non tutto quello che inizia per “C” e finisce per “O” è elettorale? Via questa è soltanto inutile e dannosa polemica. Colgo invece l’occasione per ringraziare il Comitato vivere all’Antella per le bellissime iniziative che sta organizzando nella frazione. La vitalità di questo ritrovato associazionismo di comunità rappresenta una delle più belle qualità di questo mandato amministrativo.
C’è chi insinua che tu stia preparando una lista civica per le prossime amministrative, anche se ci sono tre anni di tempo. Ti senti di escludere tassativamente questa ipotesi?
Cosa significa una lista civica? Una lista civica c’era già a sostegno della mia candidatura nel 2014. Ma al 2019 sinceramente oggi non penso. Una delle prime cose che ho imparato e mi hanno insegnato in politica è di tenere sempre lo sguardo lungo, guardare oltre. Ma anche che in politica un anno è una vita, 5 anni un eternità, 3 anni quindi un’ era. Non penso certo alle prossime amministrative; ora penso a dare impulso a quanti più progetti possibili, su tutti i fronti per il nostro territorio.
Il rapporto con le opposizioni è molto conflittuale. Non hai niente da rimproverarti? Possibile che in due anni non ci sia stata almeno una loro proposta che avresti potuto condividere?
Non è vero che non ho condiviso proposte! Ci si confronta spesso e sovente ci sono state occasioni di incontro di idee e di azioni conseguenti. Ci sono state mozioni votate all’unanimità dal Consiglio. Io per indole sono certamente dialogante e aperto.
Un Pd diviso e polemico apre la strada ad un M5S trionfante. Le prossime elezioni difficilmente saranno una passeggiata come quelle che hanno portato alla tua elezione: a quali contromisure stai pensando?
Idem come sopra, per me conta lavorare sempre con il massimo dell’impegno e lasciare il segno se possibile o comunque qualcosa di buono del nostro passaggio, questo è davvero l’unico pensiero che mi attanaglia.