Periodo caldo, e non solo per il clima, per Giulia Biagioli, 36 anni, imprenditrice grassinese impegnata nell’azienda di famiglia, la “Cono Firenze”, e da pochi giorni neo presidente dei giovani Imprenditori di Cna (Confederazione nazionale artigianato) Firenze Metropolitana.
Qual è la situazione delle imprese artigiane nell’area metropolitana fiorentina e più in particolare a Bagno a Ripoli?
Il tessuto è sostanzialmente attivo, con imprese dinamiche orientate al mercato estero su cui la crisi non ha impattato in maniera negativa, anche quelle più fragili mostrano cenni di ripresa. A livello locale potrebbe esserci maggiore attenzione alle Pmi e più in particolare agli artigiani; andrebbero meglio indagate le prospettive di sviluppo di queste aziende, aprendo al dialogo e rafforzando sinergie per sostenerle nel territorio in cui operano. Più in generale, serve uno sforzo per rilanciare la figura dell’artigiano e il “fatto in Italia”, e questo vale a maggior ragione per le attività su Firenze che per cultura, qualità e territorio è riconosciuta a livello mondiale.
Quante sono le imprese artigiane a Bagno a Ripoli e quante fanno capo a Cna?
Delle imprese attive su Bagno oltre il 30% sono imprese artigiane. A marzo 2019 erano 622 le imprese artigiane attive nel comune, di cui 200 iscritte a Cna. E’ sicuramente un numero su cui riflettere, e che può ancora crescere, sia per quanto riguarda Cna che per quanto riguarda la politica del territorio
Immagino che la crisi si sia fatta sentire in questi anni: soffrono più le imprese nel capoluogo o nei comuni intorno?
Il contesto in cui operiamo non è brillante, ed è difficile muoversi in questo scenario così vischioso. Le imprese del Chianti hanno resistito, ma questo non è il punto. Le difficoltà sono all’ordine del giorno e il territorio deve mettere in grado le imprese, tutte, di affrontare ogni sfida e mantenersi competitive. Sicuramente sia nel capoluogo che nei comuni si soffre per un notevole gap a livello di infrastrutture, ed è urgente spingere in questa direzione, sostenendo l’espansione sottesa agli investimenti fatti dalle imprese. Per vincere la crisi dobbiamo far leva su innovazione e internazionalizzazione, ma è anche vero che è complesso fare delle previsioni di crescita, e altrettanto decidere di investire in conto capitale, soprattutto per i giovani e quando gli oneri finanziari elevati scoraggiano ad accedere al credito.
Un tempo si diceva “piccolo è bello”. E’ ancora così per le imprese artigiane?
La dimensione piccola e micro non rende facilmente risolvibili delle problematiche sistemiche del fare impresa, e coinvolge aspetti diversi quali ad esempio la possibilità di realizzare economie di scala o la possibilità di accedere in maniera snella ai finanziamenti, o anche investire in collaboratori qualificati e in formazione. La soluzione sta nella collaborazione, servono iniziative per fare rete a difesa della piccola impresa e dell’artigianato, così possiamo sostenere la competitività. Poi se non ragioniamo a livello di sistema, piccolo è bello quando attrae in termini di eccellenze. Finalmente c’è una sensibilità diversa, e le scelte di consumo tornano a prediligere quello che è locale, fatto a mano, unico, dando importanza alla piccola impresa; anche nel turismo.
Funziona il rapporto con gli istituti della zona (Gobetti-Volta, Morante) per il progetto scuola-lavoro?
La mia azienda ha aderito al progetto e si è da poco concluso uno stage con uno studente; per quanto mi riguarda è stata un’esperienza sicuramente positiva e ritengo importante rafforzare i rapporti imprese – scuola per aiutare i giovani ad approcciare al mondo del lavoro e acquisire competenze trasversali on the job. In ragione di questo, mi piacerebbe che questo tema venisse declinato in maniera più manageriale rispetto a come viene invece proposto oggi.
Quale sarà il tuo contributo come presidente dei giovani imprenditori? Hai qualche iniziativa specifica in testa?
Stiamo coinvolgendo giovani motivati e competenti, con spirito di aggregazione, persone che credono in Cna e nei progetti che insieme stiamo definendo. Tra gli obiettivi promuovere il riconoscimento del lavoro dei giovani, oltre alla spinta all’internazionalizzazione, temi già affrontati nella presidenza Tortora. Ci sono già delle iniziative a cui stiamo pensando, adesso devo attribuire le priorità e fare i conti con le risorse.