Data alle fiamme la notte scorsa intorno all’una un’auto della sezione di Firenze dell’Associazione nazionale carabinieri in congedo, che era parcheggiata nel piazzale davanti alla caserma dei carabinieri di Ponte a Niccheri. La vettura, una Land Rover con scritte dell’associazione e lampeggianti sul tetto, è andata completamente distrutta. L’incendio è stato spento dai vigili del fuoco, avvisati dai militari della stazione. Indagini dei carabinieri sono in corso per risalire agli autori e al movente del gesto e per capire se nel mirino degli attentatori ci fosse l’Associazione carabinieri in congedo o proprio i carabinieri di Grassina. Vicino all’auto incendiata sono stati trovati, e sequestrati dai carabinieri, alcuni contenitori in vetro con tracce di liquido infiammabile all’interno. Al vaglio degli investigatori anche le immagini girate dalle telecamere di sorveglianza della caserma.
“Esprimo a nome di tutta la Comunità di Bagno a Ripoli la nostra incondizionata solidarietà all’Associazione nazionale dei Carabinieri, alle due caserme di Grassina e Bagno a Ripoli e all’Arma dei Carabinieri tutta per il vile raid che li ha colpiti attraverso l’incendio di un loro mezzo – ha dichiarato iul sindaco Francesco Casini – Colpendo loro, si danneggia l’intera comunità di Bagno a Ripoli, una comunità che resta tranquilla anche dopo questo episodio, slegato totalmente dal nostro contesto sociale e dalla nostra realtà democratica e tollerante. Occorre mantenere alta l’attenzione e continuare nell’impegno congiunto che fino ad oggi con Questura e Prefettura abbiamo sempre avuto affinché simili eventi criminali non abbiano a ripetersi e le forze dell’ordine possano proseguire a lavorare con la consueta coscienza e competenza per la difesa del territorio, per la sua e la nostra sicurezza, per la sua e la nostra serenità. Un impegno, quello dei Carabinieri, di grandissima e insostituibile utilità e civiltà, per il quale li ringrazio a nome di tutta Bagno a Ripoli”.
Innumerevoli anche i messaggi di solidarietà inviati da singoli cittadini al comandante della stazione Carabinieri di Grassina, maresciallo Antonio Bonafede. C’è chi indica il movente dell’atto intimidatorio, nell’efficacia che i controlli di prevenzione e repressione dei reati sul territorio stanno ottenendo. Altri danno la propria disponibilità per un qualsiasi tipo di aiuto. Molti gli attestati di stima per gli uomini dell’Arma ed il loro lavoro.