Pensate i milioni di elettori americani che il prossimo novembre voteranno per Joe Biden siano tutti suoi sostenitori sfegatati? Probabilmente alcuni di loro ne hanno detto peste e corna fino a ieri. Tuttavia quando dovranno scegliere se lasciare gli Usa in mano a Trump o far vincere il partito democratico non si faranno troppi scrupoli: il minimo comun denominatore di alcuni valori, che sono nel dna di quel partito, prevarrà sulla utopica ricerca del candidato perfetto, sugli egoismi personali, sulla smania di ripicca.
Lo stesso vale in Toscana per le elezioni Regionali di domenica e lunedì. Non si tratta di votare Giani turandosi il naso, ma di fare il bene della nostra regione, anche a scapito di legittime obiezioni sul candidato del centrosinistra. Il “voto utile” non è per Giani, è per tutti noi.
Ovviamente questo non vale per chi mette sullo stesso piano il Pd e la Lega come espediente per camuffare il proprio narcisismo partitico, direi addirittura un onanismo partitico. Troppo più comodo essere sempre all’opposizione di tutto e di tutti. Non governare significa non dover mai dare una spiegazione. Rischio da evitare per tanti chiacchieroni da bar che sui social si autopromuovono tribuni della plebe, ma ne sono soltanto la caricatura. L’inevitabile impopolarita di chi deve fare delle scelte è meglio cavalcarla che fronteggiarla.
Vi siete accorti che siamo pieni di dispensatori di “patenti di sinistra”. Severi esaminatori che nessuno ha consacrato in quel ruolo. Presunte vestali di un ideale, spesso ben lontano dalla loro reale indole, che ritengono di celebrare sventolando impropriamente una falce e un martello o facendo generici riferimenti al termine “popolo”. Specchio, specchio delle mie brame, chi è il più a sinistra del reame? Un po’ di anni fa i loro antenati politici furono presi a calci in culo dagli operai della Galileo. I tempi sono cambiati, possono ritenersi fortunati.
Semplice ma condivisibile e vero