
L’ondata di maltempo che nei giorni scorsi ha investito anche Bagno a Ripoli ha portato le gocce d’acqua che hanno fatto traboccare il vaso della riflessione. “Entriamo subito in una fase operativa – dice il sindaco Francesco Pignotti – Dobbiamo ampliare i tombamenti, altro che la Scuola Americana! Pronti a partire già da adesso con alcuni interventi”.
Andiamo per ordine sindaco. Esaminiamo i punti critici, dove l’acqua ha di nuovo invaso strade e scantinati. Cominciamo dalle zone di Bubé e Pian di Grassina.
“Il dato spaventoso da cui partire è che un paese come Grassina è una conca con strade e abitazioni costruite su cinque fossi tombati, che scendono da colline largamente edificate e cementificate. Questa è la situazione costrituita decenni fa che oggi ci troviamo a dover gestire, che unita al cambiamento climatico e a precipitazioni ingenti crea allagamenti. Il rischio zero non esiste ma, o si prendono provvedimenti strutturali, consapevoli che non si può fare tutto e subito, o non si affronta realmente il problema”.
I cittadini sollevano spesso il problema di ostruzioni da foglie e detriti.
“Griglie e tombini certamente sono interventi di pulizia fondamentali, anche da migliorare, ma qui il problema è enorme e strutturale. In passato c’era una grande richiesta di nuove abitazioni e mancava quella sensibilità, quell’attenzione e anche quella cultura dei rischi che abbiamo oggi, se pensiamo alla cementificazione delle colline e ai tombamenti fatti in quegli anni. Ho cercato di spiegarlo anche ai cittadini arrabbiati e alluvionati più volte. Penso di aver fatto ciò che un sindaco deve fare: ci ho messo la faccia, prendendo le comprensibili proteste, anche se il Comune non ha né competenze, né risorse finanziarie per intervenire da solo: spetta anche e soprattutto a Consorzio di Bonifica e Regione”.
E allora quali interventi occorrono?
“Da ora in poi si cambia paradigma: la lotta al dissesto idrogeologico diventa una priorità. Per quanto di nostra competenza, stanzieremo subito risorse straordinarie, anche ricorrendo alla somma urgenza e all’avanzo di amministrazione. Questo comporterà rinunce su altre cose, il Comune non ha risorse illimitate. Servono lavori strutturali che non si fanno in un giorno. Ma solo con questi interventi potremo cominciare a porre rimedio al problema allagamenti. Su questo conto che i cittadini siano con noi. All’Antella abbiamo visto cosa è successo. Per impedire nuovi allagamenti abbiamo rifatto con Publiacqua la condotta sotto la piazza. Erano lavori necessari per la sicurezza del centro dell’abitato e di tanti cittadini che si erano trovati il fango in casa. Eppure sono stati strumentalizzati addirittura con interrogazioni dell’opposizione sui disagi al traffico e sull’odore di fogna durante i cantieri. Serve serietà da parte di tutti”.
Quali interventi in dettaglio?
“Partiamo in urgenza a Grassina sul fosso delle Fonti e con la pulizia straordinaria del fosso di Montauto. Sul fosso delle Fonti rimuoveremo il primo tratto del tombamento nei pressi della scuola Masi che comporta le criticità maggiori e che anche stavolta ha determinato l’esondazione verso le case di via Pian di Grassina già colpite duramente dall’alluvione del 2022. Ho incaricato gli uffici tecnici del Comune di studiare anche un’eventuale viabilità alternativa. Questo riduce il rischio, in attesa delle opere di regimazione a monte che deve fare il Consorzio di bonifica con finanziamenti regionali. Per il fosso di Montauto, già dai prossimi giorni toglieremo i sedimenti che in parte hanno provocato l’esondazione verso la strada, dove già avevamo fatto scarichi verso il Grassina che hanno funzionato”.

Stavolta le zone di via Bikila e via Giotto si sono salvate.
“E il risultato di alcuni primi interventi che abbiamo fatto. Ma lì non è possibile stombare perché sopra sono state edificate abitazioni. Lungo il borro delle Argille è prevista una cassa di espansione, già progettata dal Consorzio, e che sarà realizzata a monte della Variante di Grassina. Per via Giotto si può prevedere un parziale stombamento nel tratto in cui il fosso passa sotto resede privati”.
All’Antella stavolta nessun allagamento.
“I lavori sulla fognatura sotto la piazza e lungo l’Isone sicuramente hanno dato dei risultati, come quelli di Autostrade lungo via dell’Antella, che non si è allagata ai livelli visti in passato. Ma anche lì occorrono alcune correzioni”.
Invece allagamenti e esondazioni hanno colpito a Ponte a Ema.
“Intanto precisiamo che a esondare sono stati il Ritortoli e il Rimezzano, non l’Ema che, anzi, ha fatto da ‘scolmatore’ alle acque uscite dai due torrenti. Purtroppo la zona 167 tra via Longo, via La Malfa, via Nenni, via Moro è a una quota particolarmente sfavorevole, confinata tra due torrenti non arginati. Condomini costruiti in zona depressa, esondabile, in quelle che erano pianure alluvionali di Ema e affluenti. Si aggiunge anche il problema delle fogne che non ricevono a dovere quando l’Ema è in piena, una situazione generale di difficile soluzione. Va progettato un intervento risolutivo sulla rete fognaria della zona”.
Il Rimezzano non era mai esondato?
“Non con questa portata, e questo impone una riflessione. In quella zona niente è stato modificato, non è stato costruito neanche un centimetro quadrato di cemento, eppure il torrente è straripato. Quello che è accaduto non si può ignorare. Il presidente della Regione, Giani, ha lanciato il concetto dei ‘piani di adattamento ai cambiamenti climatici’, per dare ai sindaci gli strumenti per modificare vecchie previsioni non più compatibili con lo sviluppo del territorio alla luce dei cambiamenti climatici. Mi pare che il caso della Scuola Americana possa calzare alla perfezione”.
“Le vecchie previsioni non sono più compatibili” anche nella valle di Rimezzano.
Un altro modo per dire che si costruirà ugualmente, magari un po meno ma si costruirà.
Io sono per nessun insediamento edificatorio su quei terreni.
STOP
Non mi pare una lettura attenta del testo, ma ognuno è libero di dare anche le interpretazioni più fantasiose.
Bene sindaco! Mi sembrano buone intenzioni finalmente! Le dico una cosa: quella irrisoria somma della tassa che pago al Consorzio di Bonifica è l’unica gabella che pago volentieri. Buon lavoro.