L’ipotesi di crisi al Comune di Bagno a Ripoli, con mozione di sfiducia al sindaco Casini, passato dal Pd a Italia Viva, è definitivamente tramontata. L’incontro di ieri pomeriggio alla sede del Pd, nella Sms di Bagno a Ripoli, ha sancito l’accettazione da parte del primo cittadino delle condizioni chieste dal suo ormai ex partito (vedi articolo) per proseguire l’attività amministrativa, nell’interessa dei cittadini ripolesi.
Lunedì 28 novembre, l’esito del confronto di ieri pomeriggio, duranto circa un’ora e mezza, definito “franco e diretto, le cose ce le siamo dette in faccia”, sarà sancito con la firma di un nuovo patto di governo tra il sindaco e le forze della maggioranza: Pd, Cittadini di Bagno a Ripoli, Sinistra civica, Socialisti, Italia Viva, Per la Sinistra Liberi e Uguali.
All’incontro di ieri hanno partecipato, oltre al sindaco Casini, gli assessori Pd, Pignotti, Minelli e Frezzi, il segretario comunale Cirpianetti e il capogruppo in consiglio comunale Bencini. Qualche scintilla sul delicato tema della “ribalta mediatica”. In pratica è stato chiesto al sindaco che sui temi di competenza degli assessori, siano questi ultimi a uscire pubblicamente. Casini ha però ricordato che, comunque, tutti gli atti per legge devono avere la sua firma e che quindi non potrà essere oscurato.
La delegazione del Pd ha chiesto anche un atteggiamento meno insofferente nei confronti di comitati e associazioni quando esprimono critiche alle scelte dell’Amministrazione comunale.
Nessuna obiezione da parte del sindaco a cedere le proprie deleghe (bilancio, polizia municipale, rapporti con la città metropolitana) agli assessori.
Ora l’esito del confronto, con le indicazioni di come attuare gli impegni presi, sarà tradotto nel documento che sarà sottoscritto lunedì.
Quindi, il ritratto del Sindaco che emerge dalle ammissioni del PD è il seguente: uomo solo al comando che non rispetta la collegialità nelle decisioni in giunta, omettendo di condividerle preventivamente, ed oscura l’operato di assessori e consiglieri di maggioranza, mostrandosi insofferente anche nei confronti di associazioni e comitati che criticano le scelte dell’amministrazione.
Un perfetto esempio di amministratore democratico, non c’è che dire, e il PD avrebbe accettato fino ad ora che si calpestassero i più elementari principi di una normale amministrazione.