Due giovani donne con sul viso il segno inequivocabile di un ceffone: la mano di un uomo. Nel caso specifico, solo una messinscena allestita in piazza Umberto I a Grassina per celebrare la giornata contro la violenza sulle donne. La simulazione è stata ideata dall’associazione Grassina e le sue botteghe per ricordare quante volte, invece, la violenza del maschio si abbatte realmente sulla donna.
Teatro del flash mob la panchina rossa nell’aiuola spartitraffico della piazza. A recitare la parte delle donne maltrattate Alessandra Checcucci, del Caffè 31, e Alessandra Gigli, del centro estetico Italian Look. A stampare sulle loro guance la traccia rossa del ceffone e a rendere pesto un occhio, ha provveduto la tatuatrice Anna Vannetti. Tutta l’aiuola era circondata da lumini accesi. Completavano il quadro due bambine con in mano il filo di un palloncino bianco, simbolo dell’innocenza non ancora violata dalla furia dell’uomo: Emma Romolini e Sara Lapenna.
“La violenza sulle donne è un problema sempre più invadente – hanno detto il sindaco Francesco Casini e l’assessora Francesca Cellini – La presenza di tante persone e delle forze dell’ordine, qui, oggi, è importante. Siamo tutti dalla stessa parte”. “Abbiamo pensato questa iniziativa per suscitare una riflessione – ha spiegato Marianna Cellai, presidente di Grassina e le sue botteghe – I negozi non servono solo per vendere. Possono essere gli occhi delle forze dell’ordine e aiutarle nel loro compito. Coltivateci, non abbandonateci, se muoiono le botteghe, muore il paese”.