E’ stato l’ago di una siringa a pungere il dito di una bambina, domenica 30 ottobre, ai giardini di Antella. Lo conferma il referto stilato dal medico dell’Ospedale di Santa Maria Annunziata che QuiAntella è in grado di mostrarvi.
Perché lo stesso medico abbia invece riferito ai carabinieri che si trattava di uno spillo, ad ora non è spiegabile. Ma andiamo per gradi e cerchiamo di chiarire ogni dettaglio di una vicenda che ha scosso l’opinione pubblica dell’Antella e creato equivoci e polemiche sui social. Ecco la ricostruzione attraverso la testimonianza di Serena, la mamma della bambina.
E’ il pomeriggio di domenica 30 ottobre. La bambina è col babbo ai giardini della Resistenza di Antella. Sta giocando nella zona vicina ai tavoli per il pic nic. Improvvisamente chiama il genitore dicendogli di essersi punta. Alla domanda con cosa, indica fra l’erba un ago infilato in un tappino azzurro da siringhe. Immediata la corsa al pronto soccorso dell’Ospedale dell’Annunziata, mentre la voce della puntura da siringa e la comprensibile preoccupazione si propagano fra le persone presenti ai giardini alla velocità della luce.
Bambina e genitori, nel frattempo è arrivata anche la mamma, vengono dirottati dal pronto soccorso al reparto pediatrico dove li riceve il dottor Francesco Brandigi. Il medico esamina la bambina ma non ritiene ci sia necessità di alcun intervento medico. Si limita a osservare l’ago, che i genitori gli porgono appoggiato su un fazzolettino di carta, e li invita a gettarlo via. L’ago viene preso da un’infermiera che lo butta in uno degli appositi contenitori per le siringhe usate.
Sul referto si legge: “Oggi pomeriggio mentre giocava in un giardino la bambina si è accidentalmente punta con un ago di una siringa trovata per terra (ago sporco di terra senza tracce di sangue)”. Sempre sul medesimo documento il dottor Brandigi afferma di non ritenere possa esserci “un rischio infettivo” ma comunque consiglia un successivo controllo dal medico curante e un’eventuale consulenza col reparto malattie infettive del Meyer. Alle 17.14 bambina e genitori lasciano l’ospedale.
Nel frattempo la voce della puntura è arrivata attraverso Whatsapp al comandante della stazione carabinieri di Ponte a Niccheri che invia una pattuglia all’ospedale. Quando i militari arrivano la bambina è già stata dimessa. Parlano con il medico che “declassa” l’ago di siringa a spillo e assicura di aver tranquillizzato i genitori. Ma così non è.