“Sperimentazione”, “Autodeterminazione”, “Redditività civica”, “Innovazione sociale”: ecco in quattro parole il “Progetto Mondeggi” declinato, in estrema sintesi, da coloro che lo stanno portando avanti da sette anni con l’occupazione di alcune coloniche e la cura di parte dei terreni dell’ex fattoria proprietà della Città Metropolitana.
L’illustrazione del progetto e della filosofia che ne sta alla base è stato illustrato ieri durante una giornata di dibattito organizzata presso il Circolo l’Unione di Ponte a Ema.
La “sperimentazione” a Mondeggi consiste soprattutto nelle pratiche di agroecologia, per quanto riguarda le colture, e di beni sociali, per irapporti fra le persone. Da questa discende un'”autodeterminazione” non solo politica ma anche energetica e alimentare. La “redditività civica” è il valore, non monetario, che l’esperienza di una pratica collettiva e comunitaria restituisce in termini di cultura, inclusione partecipazione delle persone. L'”innovazione sociale” è la costruzione di nuove relazioni tra pubblico, privato e terzo settore.
La comunità di Mondeggi bene comune conta circa 300 attivisti, 26 sono gli abitanti (tra i 18 e i 40 anni) delle tre coloniche occupate. Svariati gli ettari di terreni recuperati. “Non abbiamo niente da nascondere ma tutto da condividere”.
Nel delineare la situazione attuale di Mondeggi si è scesi nei dettagli delle attività svolte: da quelle agricole (ultima introdotta la coltura dello zafferano) e di allevamento (animali da cortile, maiali per autoproduzione di carne) a quelle sociali (centri estivi per bambini, scuola contadina per adulti). Indicate pure le criticità, in particolare la scarsità di acqua per fronteggiare la quale il progetto preve la realizzazione di tre piccoli invasi artificiali all’interno della tenuta. Ipotizzato uno sviluppo delle attività, come potenziare il punto vednita coinvolgendo le realtà contadine del territorio e magari aprire un piccolo cetro di ristorazione.
Scelta la formula per uscire dall’illegalità: “La regolarizzazione potrebbe passare dalla costituzione di un’Aps (associazione di promozione sociale) – ha spiegato Roberto Checcucci – che potrebbe fare da cappello giuridico alla Comunità di Mondeggi. Fondamentale è che abbia uno statuto che preveda decisioni orizzontali e assembleari”.
Presenze istituzionali ridotte al minimo: la consigliera comunale Sonia Redini, il consigliere metropolitano Enrico Carpini e Sara Nocentini, capo segreteria dell’assessora ragionale Serena Spinelli.