“Perché sono morti o stanno morendo molti degli alberi appena piantati lungo il tratto autostradale? Risposta semplice: non li hanno annaffiati, sono morti per carenza d’acqua”: la sentenza arriva dal professor Francesco Ferrini, ordinario di Arboricoltura generale e coltivazioni arboree dell’Università di Firenze, uno dei massimi esperti di alberi a livello mondiale, e inoltre cittadino ripolese (abita tra Osteria Nuova e San Donato), quindi conoscitore del territorio. Il problema delle nuove alberature già secche è stato sollevato nei giorni scorsi dall’associazione Arca (vedi articolo).
Il tipo di alberature scelto per schermare l’autostrada è stato corretto?
“Su un paio di specie scelte avrei da ridire, mi riferisco all’Acer Negundo e alla Quercia Rossa. Sono specie semi invasive e non le avrei messe. Purtroppo l’Acer Negundo, essendo pianta invasiva, è sopravvissuto. Altre specie, come Olmo, Acero Campestre, Albero di Giuda vanno bene, sono tipiche del luogo. Invece hanno messo anche querce native come Roverella e Farnia che, però, non sono adatte a quel tipo di impianto. Muoiono quasi sempre; anche con l’acqua sarebbero morte lo stesso. Non sono adatte. Vanno bene da seme; ma trapiantate da vasi, se si sbaglia il periodo anche di una settimana, non sopravvivono”.
Il piano alberature di Autostrade non era stato fatto con l’Università di Firenze?
“Sì, me ne sono occupato personalmente, ma non mi hanno dato retta, Avevo detto di annaffiare le piante almeno due volte a settimana… gliel’ho anche scritto… ho le mail di marzo… tutto documentato. Non le hanno mai annaffiate: era scontato morissero. Anzi, sono morte molto più tardi del previsto perché è piovuto di giugno. Anche un mese fa dopo la fine della pioggia, con le prime foglie avvizzite, ho scritto: dategli l’acqua. Mi hanno risposto di aver mandato l’ordine di servizio alla ditta. Ma gli ordini si possono eseguire o non eseguire, o eseguire male o tardi. I nuovi alberi lungo l’autostrada l’acqua non l’hanno mai vista”.
Quindi non resta che ripiantare nuovi alberi. La qualità delle piante va bene?
“Può andar bene, anche se sono impianti di qualità non eccelsa, ma quello non c’era neanche da aspettarselo”.
Come si potevano salvare le nuove piante lungo l’autostrada?
“Per l’annaffiamento, si poteva fare un impianto di irrigazione a goccia collegato ad un pozzo artesiano da battere per non gravare sull’acquedotto. Inoltre si sarebbe dovuto spargere un po’ di compost sul terreno dove li hanno piantati, dato che si tratta di terre di scavo. Sugli alberi occorre investire anche nella manutenzione”.
Quanto tempo ci vorrà prima che le nuove piante facciano scudo anti rumore?
“Per avere delle chiome utili, se nelle prossime primavere dovesse piovere come quest’anno, cinque o sei anni. Per i cipressi anche di più”.
Nel maggio del 2022, io ed un altro rappresentante del comitato, che si e’ formato da oltre un anno per combattere essenzialmente il rumore prodotto dall’A1, siamo stati ricevuti dai Responsabili dell’ Società Autostrade . Nelle due ore di confronto era stato sottolineato, tra le altre cose, lo stanziamento di circa due milioni di euro per la realizzazione di un Piano, concordato con l’università di Firenze, per la piantumazione lungo la fascia che costeggia questa infrastruttura. Che tale Piano era stato studiato nel dettaglio dal Prof. Ferrini il quale aveva indicato tutte le specie arboree da piantare.
Da quello che dice il professore non sembra sia andata proprio così. E poi che dire dell’ acqua? Noi lo avevamo già segnalato all’amministrazione comunale, con lettera dei primi di maggio, di questo problema, non importa essere troppo specializzati per capire che le piante messe a dimora a primavera se non le annaffi muoiono. Ma la cosa ancora più grave e’ che tutto ciò non è frutto di cialtroneria ma di una precisa volontà, quella cioè di fare seccare alberi perr poi ripiantarli. Sembra infatti che la società autostrade abbia per contratto due anni di tempo per poter fare queste operazioni di piantumazione e che preferisca fare seccare e poi ripiantare, perché evidentemente e’ piu economico, che mettere l’irrigazione.
Noi cittadini, sudditi, che paghiamo le tasse non possiamo che indignarci per tutto questo anche perché la domanda che sorge spontanea e’ questa: se dopo i due anni di piantumazione previsti, gli alberi muoiono tutti o quasi, chi li ripianta? Con quali soldi?
Se fossimo cittadini francesi saremmo già andati negli uffici della società autostrade a protestare vivacemente. Ma quello che e’ grave e’ che i nostri amministratori non muovano un dito.o meglio non battano il pugno sul tavolo dopo possono sedere a pieno titolo, a differenza di noi.
Il prof. Ferrini ha detto da competente quale è e dando motivazioni scientifiche cose che anche il semplice buon senso dovrebbe dettare.
Non pretendiamo che Autostrade e chi dovrebbe controllarne l’operato sul territorio abbiano le conoscenze scientifiche allo stesso livello, ma che abbiano il buon senso sì.
I punti fondamentali sono i seguenti:
-qualsiasi essere vivente ha bisogno di acqua per vivere e anche di nutrimento.
– qualsiasi impianto si faccia ha bisogno di essere manutenuto, altrimenti degrada e, nel caso in questione muore.
Invece gli enti preposti sembrano convinti che una volta fatta una cosa, possiamo disinteressarcene, ma non è così che funziona e lo dimostrano i giardinetti di Grassina sull’Ema.
La manutenzione e la cura del verde è una voce che va considerata economicamente al pari dell’impianto e va previsto chiaramente negli appalti e controllato che avvenga.
Evidentemente questo non accade.
Penso con apprensione al futuro parco della Pieve a Ripoli per il quale tanto impegno è stato profuso per un progetto che prevede cambiamenti e strutture.
La manutenzione è prevista?
Tutto giusto ma perché nessuno controlla? Chi è che ha il dovere e il diritto di verificare l’operato di Autostrade? Credo il nostro Sindaco, o chi per lui, non certo io, per cui avanti, facciamolo, vogliamo nuovi alberi, con tanta, tanta, tanta chioma, come dice il Professore ripolese.
Grazie