Il neosegretario del Pd, Enrico Letta, ha affermato di volere un “Pd della prossimità” per una sfida sul territorio soprattutto alla Lega. Come si prepara questa sfida in chiave locale? QuiAntella lo ha chiesto ad alcuni esponenti del Pd di Bagno a Ripoli ottenendo risposte che denotano unanimità sui temi (donne, giovani, contatto con la gente) ma divergenze anche sensibili sulla strategia da seguire.
Francesco Casini (sindaco)
Noi a Bagno a Ripoli siamo un esempio. I militanti ma anche i rappresentanti istituzionali devono continuare ad essere parte attiva della comunità. Metterci la faccia. Laddove ci sono problemi, dove c’è una difficoltà, ascoltare e vivere il territorio. Mettere in concreto le proposte che ci arrivano, cercare di rispondere con concretezza ai problemi e alle domande che ci vengono poste.
Francesco Conti (presidente Consiglio comunale)
Il Pd è uno dei partiti meno votato da giovani e giovanissimi. Per tradizione e ideali riusciamo ancora a parlare alle generazioni più mature, ma ci manca il contatto con quelle più giovani. Per farlo, anche nel locale, vanno coinvolti i ragazzi su temi che li interessano: università, lavoro e sopratutto ambiente, digitale e innovazione tecnologica.
Pietro Pignotti (segreteria comunale)
Proseguire con il percorso di dibattito, ascolto e coinvolgimento di giovani risorse. Il Pd deve tornare ad essere attrattivo per tutti quei giovani al primo voto ma non solo, che al momento lo vedono come un nemico o preferiscono la via dell’astensione o, peggio ancora, si avvicinano a forze di destra.
Andrea Rontini (ex vicesindaco)
La vera sfida non è alla Lega ma a noi stessi e alla capacità di tenere insieme tradizione e rinnovamento. il Pd di Bagno a Ripoli deve potenziare e far rivivere i Circoli ponendo le antenne sul territorio affinché elaborazione politica e dibattito derivino da queste istanze. Separare nettamente le responsabilità con gli amministratori. Controllori e controllati non possono essere la stessa cosa. Essere leali e non avere paura delle idee diverse e del confronto con la popolazione.
Andrea Orsini (presidente assemblea comunale Pd)
Il Pd deve continuare a valorizzare questo territorio ed essere sempre attento al mondo della scuola. Il Pd insieme all’Amministrazione deve essere vicino a chi si trova in difficoltà. Continuare ad essere vicino ai problemi dei cittadini e cercare di risolverli insieme a loro. I nostri cittadini capiranno bene chi è dalla loro parte.
Mirko Sulli (segretario comunale)
Dobbiamo tornare ad avere un progetto chiaro. Sul territorio dobbiamo dimostrare come stare sui problemi. Tornare a parlare con le persone e agire.
Lorenzo Mori (segretario circolo Ponte a Ema)
Far rivivere la politica, quella vera, partendo dal basso, dai territori, dalla gente. Lo strumento principale sono i circoli territoriali, che devono diventare luogo dove si recepiscono i problemi, si discute con la gente e si progettano soluzioni. Purtroppo troppo spesso i circoli si vedono costretti a ratificare decisioni che sono prese ad altri livelli. Il pericolo non è solo una destra becera ma la nostra incapacità di stabilire un rapporto vero con la gente.
Andrea Bencini (consigliere comunale e vicesegretario comunale)
Cogliere l’opportunità di un rinnovamento vero del Pd. Non solo a Bagno a Ripoli, ma anche a Bagno a Ripoli, occorre proseguire ed implementare il percorso iniziato negli ultimi due anni dei circoli militanti e a servizio del territorio, aprirli al confronto con le forze sociali, le associazioni, i sindacati, gli altri partiti progressisti. I nostri circoli ed il partito comunale dovranno essere sempre più luoghi di partecipazione e di elaborazione per le scelte delle nostre amministrazioni. riportare nel partito i giovani e le donne.
Enrico Minelli (assessore)
Il Pd intercetti le istanze dei cittadini e li rappresenti nelle nuove sfide ed opportunità che abbiamo davanti. Mi riferisco in particolar modo alla riconversione ambientale. A Bagno a Ripoli lo abbiamo già iniziato a fare, come ad esempio con la ex fornace Brunelleschi / nuovo impianto Fendi. Il tema ambientale deve essere un cardine principale della nostra azione.
Patrizia Mondini (consigliera comunale e segretaria circolo Grassina)
La sfida si gioca sulla nostra capacità di riconnessione con le persone e i loro problemi, di portare avanti con convinzione un cambiamento con idee concrete su quella che è la nostra visione per il Paese e per il nostro territorio. I circoli possono rappresentare uno strumento propulsivo di forte collegamento con la base, dove ci si possa confrontare, anche animatamente a patto di avere un peso nelle scelte importanti per il nostro territorio.
Sandra Baragli (consigliera comunale)
Abbandonare la superficialità che troppo spesso ha contraddistinto la nostra azione politica, spesso più volta a promuovere l’attività della giunta che a cercare di cavalcare i temi che possono rendere una comunità coesa. Spero che si abbandoni l’idea del partito dei sindaci. Un sindaco può fare il bello e il cattivo tempo della sua comunità politica, può farla crescere, ma può anche distruggerla. Troppo spesso nascono liste a sostegno del sindaco che inevitabilmente aprono scenari che lo rendono più forte, ma indeboliscono il partito. Nel nostro territorio la destra sta crescendo e fa paura, ma a me fanno ancora più paura le nostre divisioni interne. È evidente che c’è stato chi, oltre alla competizione fra forze diverse, ne ha messa in campo anche una interna con il preciso scopo di regolare i conti con una minoranza scomoda. Se vogliamo tornare ad essere un partito forte e non solo nei numeri, abbiamo bisogno di quella verità che non si vuole dire.
Luciano Bartolini (ex sindaco)
Prossimità significa vicino. Quindi che apre le proprie sedi per discutere coi cittadini. I giovani in modo particolare. Non sovrapponendo il ruolo del partito ai livelli istituzionali.
David Stinghi (consigliere comunale)
La struttura del nostro partito, specialmente sul territorio ripolese, è molto ben radicata e fatta da persone e non da politici di professione: questo è il valore aggiunto. Sono sicuro che la visione proposta dal nuovo segretario verrà naturalmente accolta sul nostro territorio.
Edoardo Ciprianetti (capogruppo in consiglio comunale e segretario circolo Bagno a Ripoli)
Dobbiamo avere il coraggio di non adagiarsi e sfidare continuamente le nostre certezze. Meno guardarsi l’ombelico e più aperti a capire e interpretare i cambiamenti della società. Essere più dinamici, più sensibili ai temi che stanno a cuore a donne e giovani tra 15/40 anni, spesso i più lontani dalla politica ma che invece devono essere coinvolti e tornare ad avere fiducia nella Politica.
Paolo Frezzi (vicesindaco)
Quello che già facciamo perché da noi le correnti non sono troppo combattive. Continuare, al netto del Covid, il rapporto con le associazioni e le persone.
Francesco Pignotti (assessore)
Ascolto e attenzione ai bisogni delle persone; coinvolgimento di tutto il tessuto sociale e associativo; idee per il futuro e scelte coraggiose. Meno divisioni interne e più soluzioni ai problemi che toccano la carne viva delle persone: scuola, lavoro, sociale, sanità. Proprio sulla scuola abbiamo fatto tutto ciò e addirittura la Lega ha dovuto riconoscere il “modello Bagno a Ripoli” e ha chiesto di estenderlo a tutta la Toscana. Un esempio nei fatti di quella prossimità che sconfigge le destre.
Martina Masi (consigliera comunale)
Il Pd della prossimità deve ripartire dai circoli, dalle nostre piccole realtà e da lì cercare di capire perché abbiamo perso consensi ma soprattutto dove poter migliorare per ripartire. Sono curiosa di vedere il vademecum che invierà il nuovo segretario così poi da poter iniziare a lavorarci.
Paola Nocentini (consigliera comunale)
Iniziative di ascolto e coinvolgimento dei giovani. Iniziative di aiuti alle donne che lavorano e che non si possono permettere di avere la baby sitter. Ruolo attivo del Pd locale per sfruttare al massimo le risorse che vengono dall’Europa per le imprese del territorio.
Alessandra Mazzi (consigliera comunale)
Il Pd di Bagno a Ripoli sta già facendo molto per la nostra popolazione, impegnandosi su due aspetti basilari: la scuola e la sanità, che sono gestite con attenzione e in grande sicurezza. La cosa più importante da fare sarebbe offrire aiuti concreti alle famiglie che hanno difficoltà, soprattutto economiche, ma anche proprio di vita (genitori che lavorano da casa con bambini, anziani soli etc). Ed offrire aiuti non a tutti, indistintamente ma solo a chi ne ha veramente bisogno.
Francesco Sangermano (segreteria comunale)
Credo che a livello locale il PD debba continuare nel percorso di grande ascolto, presenza e vicinanza alla comunità che sta facendo da anni, almeno a Bagno a Ripoli. E’ esemplificativo, da questo punto di vista, che la Lega abbia presentato in Consiglio Regionale una mozione, poi approvata all’unanimità, in cui esalta il “modello Bagno a Ripoli” per la gestione del ritorno della didattica in presenza a scuola. A maggior ragione nel post pandemia ogni discussione interna apparirà incomprensibile quindi tutte le energie dovranno andare nella direzione di offrire soluzioni concrete sui temi che toccano la vita quotidiana delle persone.
Claudio Falorni (ex segretario circolo Antella)
Dobbiamo ripartire dalle cose concrete, essere presenti non virtualmente, ma praticamente e fisicamente nelle situazioni più difficili. Ritornare a “sporcarsi le mani” fra i disoccupati, fra chi ha perso il lavoro, fra chi non lo trova, fra la gente che vive ai limiti se non completamente dentro la povertà. Anche da noi il Pd deve coinvolgere di più i giovani, ma soprattutto trovare un’alleanza interna vera, con lealtà.
Il punto di vista di Sandra Baragli coglie il cuore del problema, aver accettato la lista civica ha depresso la funzione del partito, relegandolo a ruolo stampella e facendo acquisire uno strapotere politico al sindaco di stampo leaderistico, che è l’opposto della ricerca di coinvolgere la base e la cittadinanza. Caso eclatante è la questione aperta Viola Park, passata sopra la testa dei cittadini senza che preventivamente fossero coinvolti. Un limite che non appartiene al sentimento di sinistra, bensì alla cultura del capo. Ovviamente vorrei sbagliarmi, ma il livello alto della polemica mi induce a ritenere che niente è stato fatto per prevenire, ma piuttosto per assecondare.