Non sono volati gli stracci all’assemblea comunale del Pd di Bagno a Ripoli. Le tensioni post elettorali si sono mantenute sotto il livello di guardia. Anche perché a notte fonda, con molti interventi ancora da fare, si è deciso per un aggiornamento a martedì prossimo: stesso posto (il Crc Antella), stessa ora. Il segretario comunale Daniele Olschki, come preannunciato, ha presentato le proprie dimissioni non legate al risultato delle Regionali, penalizzante per il candidato di zona, l’ex sindaco Bartolini, ma buono (in percentuale) per il Pd ripolese. La scelta di lasciare è nell’ottica di scuotere il partito dall’apatia, sottolineare l’interferenza di nuove correnti (non più ex Pci e ex Margherita), favorire una riorganizzazione dei circoli, prima di tutto fondendo quelli di Grassina e Ponte a Ema: una frustata perché qualcuno si svegli, insomma.
Alcuni interventi hanno denunciato la sensazione che ci sia un partito ufficiale e un partito bis che opera in maniera autonoma. Critica, neanche troppo velata, al sindaco Casini e ai suoi collaboratori più fedeli. Martedì il sindaco parlerà e sentiremo la replica. L’intervento più acceso è stato quello di Luciano Bartolini, bocciato dagli elettori nella corsa ad entrare in Regione. L’ex sindaco, la cui candidatura è stata apertamente difesa da Olschki, si è lamentato per non aver avuto dai territori (Bagno a Ripoli e i comuni del Chianti) e dai circoli del Pd l’appoggio promesso. Di contro la vicesindaca Ilaria Belli ha criticato il partito per non dare il giusto sostegno all’azione dell’amministrazione comunale.
Risulta chiaro che il Pd (e non solo a Bagno a Ripoli) è in difficoltà e che la riunione di ieri sera si è trastullata sulla disamina di ciò che è stato avendo poche idee sul quel che dovrà essere. Martedì la seconda (e ultima?) puntata. Poi inizieranno le procedure per arrivare al congresso e all’elezione dei nuovi organismi dirigenti. Nel frattempo sciarpe per tutti nonostante il caldo: le correnti non perdonano.
Mi sembra che, anche a Bagno a Ripoli, il risultato elettorale sia visto un occasione per regolare i conti all’interno lasciando da parte i ragionamenti politici più significativi. Il dato più rilevante mi sembra il declino del regionalismo che dagli anni ’70 era stato il cavallo di battaglia della sinistra. Parliamoci chiaro, i sogni autonomistici sono le vittine della crisi e della progressiva identificazione della Regione con la Sanità. Forse il punto debole di Bartolini è stato proprio cercare di accreditarsi come uomo che del socio-sanitario “ne sa”. Cosa indubbiamente vera, ma poco appassionante le letta alla luce delle sofferenze dei cittadini che si districano a fatica in un sistema complesso , ma soprattutto complicato e cistoso. In questo scenario lo scioglimento della Società della Salute, di una zona che tra le prime si era proposta per la sperimentazione, non ha portato bene al candidato che ne era stato presidente.
Ma veniamo ai due partiti: quello dei militanti e quello dagli amministratori. Personalmente la mia opinione e che Bagni a Ripoli si ricordino i sindacu Cocchi, degli Innocenti, Girolami e Bartolini come personaggi che hanno surrogato i ruoli del partito. Qindi, niente di nuovo sotte il sole, con un’aggravante, nei confronti di Bartolini si cercsta di fa pesare l’inchiesta Mef personalmente la ritengo infondata. Ma ma il dato più sconcertante èche dopo le elezioni il Pd si sia trovato ad essere diverso da quello che pensava d essere, Bella dormita!