Il Pd è a rischio scissione, ma non a Bagno a Ripoli, dove il partito sembra essere già evaporato. Dopo l’abbuffata di dibattiti, banchini, cene, convegni e iniziative varie pre referendum, il digiuno totale di politica. A meno che i vertici del Pd ripolese non abbiano optato per riunioni carbonare, dalla fatidica data del 4 dicembre 2016 l’attività è andata in letargo. Una cappa di immobilismo che parte dal segretario cittadino Gian Bruno Ravenni, del quale si sono perse le tracce, e arriva fino ai circoli di Bagno a Ripoli, Antella, Grassina e Ponte a Ema. Per non parlare dei giovani democratici, tanto attivi prima del voto, desaparecidos dopo.
Negli ultimi due mesi e mezzo nessuna iniziativa di cui si sia avuta notizia. E va ricordato che per statuto le riunioni dei circoli sono aperte al pubblico. Nessun appuntamento di dibattito politico. Solo qualche elitaria scaramuccia su Facebook. Eppure i temi non sono mancati. Il Pd sta per smembrarsi, il suo elettorato segue con preoccupazione e fastidio le faide interne che stanno portando al dissolvimento della maggiore forza politica di centro sinistra che ci sia in Europa, e a Bagno a Ripoli, Antella, e Grassina a nessuno è venuto voglia di confrontare le proprie idee con quelle degli altri. Forse era proprio dalla base che avrebbe dovuto salire ai vertici nazionali l’indicazione a non estremizzare i toni del dibattito, pena la dissoluzione del Pd. Invece un silenzio assordante. Forse va bene così. Dividersi è più facile e meno faticoso che restare uniti. E l’interesse del Paese? Chissenefrega.
Sulla pagina Facebook del circolo piddino dell’Antella, l’ultimo post pubblicato, datato 5 dicembre (il giorno dopo l’esito referendario), porta la firma del giovane segretario Mirko Sulli: “Questo momento, questa sconfitta innegabile, deve essere l’occasione di riflessione su quali siano stati i nostri errori che hanno permesso un risultato del genere, su quali invece i punti di forza per tentare di ripartire. La strada sarà lunga e tortuosa ma necessaria. Bisogna partire prima di tutto dal partito, dargli una nuova linfa e insistere sull’identità che deve avere, sui valori cardine che lo contraddistinguono e che devono essere la vera differenza con le altre forza politiche. Forza”. Belle parole alle quali non sono seguiti i fatti. Il sonno della ragione genera mostri. E quello del Pd? Buon riposo, purché che non sia eterno.