Il figlio di Gino Bartali, Luigi, e la nipote, Lisa, lasciano l’associazione che, a Ponte a Ema, gestisce il museo dedicato al grande ciclista.
“Siamo profondamente delusi da alcuni comportamenti dell’ Associazione che non riteniamo rispettosi nei nostri riguardi – scrive Lisa sul suo sitio BiciclettaMi -. Il non permetterci di realizzare le interviste per un’importante emittente televisiva dentro il museo, benché la troupe avesse presentato regolari permessi, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Questo fare ostruzionismo verso di noi è incomprensibile, in quanto abbiamo sempre sostenuto l’Associazione e il Museo del Ciclismo Gino Bartali”.
La decisione di non rinnovare l’iscrizione all’Associazione Amici del Museo del Ciclismo Gino Bartali, risale al febbraio scorso. In quell’occasione Lisa e Luigi inviarono la comunicazione della loro decisione ai vertici dell’associazione e ai Comuni di Firenze e Bagno a Ripoli proprietari del Museo. “Ma da allora nessuno ci ha cercati – dice Lisa – La nostra è una decisione sofferta, non comprendiamo questo atteggiamento nei nostri confronti, siamo sempre stati propositivi”.
Possibile la nascita di una nuova associazione che tramandi il ricordo delle imprese sportive e dell’impegno civile di Ginettaccio? “Lo stiamo valutando – risponde Lisa – E’ un’ipotesi che abbiamo preso in considerazione”.
“Noi, insieme agli altri familiari, siamo gli unici rappresentanti del nome di Gino Bartali e non abbiamo delegato nessun altro a rappresentarci – dice ancora la nipote del campione -. Agli enti e alle persone che volessero svolgere commemorazioni o altre iniziative dedicate a Gino Bartali chiediamo di contattare direttamente la famiglia al seguente indirizzo e-mail: famiglia.ginobartali@gmail.com”.