E’ alloggiato sotto il primo altare sulla destra, entrando nella Pieve dell’Antella. Si tratta della raffigurazione di un Gesù morto che il parroco, don Moreno, ha fatto restaurare e sistemato in chiesa da alcune settimane. Domani, 14 settembre, giorno in cui ricorre la festività liturgica della Santa Croce (anniversario del ritrovamento della vera Croce da parte di Sant’Elena, il 14 settembre 320), sarà debitamente celebrato.
L’opera proviene dal convento di Montisoni, da tempo abbandonato e attualmente in vendita da parte dell’Istituto per il sostentamento del clero (vedi articolo).
“L’ho tolto dalla chiesa sconsacrata di Montisoni e portato alla pieve dell’Antella sei anni fa – racconta don Moreno – Era ridotto male, non poteva essere esposto. Vecchi tentativi di restauro ne avevano alterato i colori, si presentava a chiazze. In accordo con la Soprintendenza l’ho affidato ad un abile restauratore che ha riportato alle origini il carnato e i dettagli delle ferite sul costato. E’ un gesso di pregio, di autore sconosciuto, datato dopo il Seicento”.
Perché la decisione di portarlo via da Montisoni?
“La chiesa di San Lorenzo ormai è sconsacrata, lasciarlo là significava esporlo a possibili atti vandalici. Furto non credo perché è molto pesante. Inoltre in tutte le parrocchie c’è una raffigurazione di Gesù morto che viene esposta il venerdì santo, ma all’Antella mancava”.
Appoggiato su un apposito basamento e protetto da un teca in plexiglass, la statua è stata collocata sotto il grande dipinto della Crocifissione realizzato da Simone Pignoni.
Gli ha fatto posto la teca con le reliquie del martire Lutius (vedi articolo), che era lì dal 2016, spostata al primo altare sulla sinistra, sotto la raffigurazione della Madonna col bambino e San Giovanni Battista, il martire per eccellenza.
“Domani, in occasione della esaltazione della Santa Croce – dice don Moreno – ricorderò ai fedeli che noi ora abbiamo questa immagine del Cristo”.