C’è bisogno di capire cosa è accaduto a Villa Jole, la casa di riposo per anziani, nella quale il virus ha fatto morti e “feriti”? Direi proprio di sì. Un centinaio di positivi tra i circa 120 anziani ospitati e un numero ad oggi ancora imprecisato, ma “consistente” come afferma la Asl, di decessi, lo impone.
Se vi sono state mancanze o imprudenze che comportano reati lo accerterà la magistratura, alla quale la Asl ha segnalato il caso. I processi non li fanno gli organi di informazione e neanche le forze politiche: questo deve essere chiaro.
E’ opportuno che se ne occupi il Consiglio comunale, cioè la massima assemblea rappresentativa di tutti i cittadini di Bagno a Ripoli? Anche qui la risposta è affermativa. La Lega ha chiesto una “commissione d’inchiesta”, ipotesi non contemplata dallo statuto del Consiglio comunale. Caso mai andrebbe istituita una “commissione speciale”. Attenzione: le parole hanno un peso. Le inchieste spettano ai magistrati, non ai politici che (per fortuna) non hanno mezzi e poteri adeguati.
Inoltre se davvero la Lega si muovesse nell’interesse della chiarezza per la gente, formulerebbe la medesima richiesta in Lombardia dove, in parecchie Rsa, pare (anche in questo caso sarà la magistratura a dire l’ultima parola) di decisioni quanto meno avventate ne sono state prese. Fra l’altro, là vi sono numerose denunce dei parenti dei deceduti, qua, al momento, non ne risultano. Ah, già, ma là è proprio la Lega a governare e allora la scarsa chiarezza, per non dire di peggio, non costituisce un problema.
Non sono ingenuo. La strumentalizzazione politica dei fatti di cronaca, da che mondo è mondo, viene utilizzata da ogni parte politica, nessuna esente. Ma quando ci sono di mezzo i morti bisognerebbe fare uno sforzo in più per evitarla.
Torniamo al “caso Villa Jole”. Istituire una commissione speciale implica un’approvazione del Consiglio comunale, che deve riunirsi e votare; l’indicazione di quali figure ne faranno parte; a quali scopi dovrà adempiere; infine la scelta dei nomi dei componenti. Tempi non brevi, quindi.
Invece c’è già “pronta e servita” la Terza commissione consiliare, competente per i temi sanità e assistenza, che il presidente Acanfora (Forza Italia) ha già annunciato di voler convocare, riconoscendo correttamente che l’impulso gli è arrivato da tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione. Sarà quella l’occasione per avviare una verifica su quanto avvenuto nelle Rsa di Bagno a Ripoli in questi tre mesi di pandemia. Nessuno vieta alla III commissione di lavorare pancia a terrà sul caso Villa Jole, per ciò che gli compete.
Occorrerà lasciare da parte ogni possibile aspetto con risvolti penali (quello tocca alla magistratura). Ci si dovrà concentrare sul funzionamento dei contatti tra direzione della Rsa, Comune e Asl per capire se la “filiera” ha funzionato. Verificare il corretto coinvolgimento dei parenti degli anziani assistiti. Così come un esame andrà fatto sulla comunicazione, certamente deficitaria, sull’evoluzione quotidiana del virus all’interno della struttura. La proprietà di Villa Jole ha scelto la massima riservatezza, forse troppa, qualcuno potrebbe definirla omertà.
L’unico che ci ha sempre messo la faccia, cercando di tracciare il quadro della situazione, senza provocare allarmismo, è stato il sindaco Casini che nelle sue dirette Facebook settimanali non ha mai scansato l’argomento. Il problema è che è stato mandato un po’ allo sbaraglio, con il dato dei decessi comunicato, che stride con i numeri (tutti da verificare, per carità) emersi nelle ultime ore.
Il primo a doversi sentire tradito da informazioni parziali e imprecise dovrebbe essere proprio lui. E in questa penuria di aggiornamenti su Villa Jole ha un ruolo pure la Asl, che non si è mai pronunciata, nonostante la gravità della situazione, fino a qualche giorno fa quando ha “sparato” la segnalazione alla Procura della Repubblica. Probabilmente per mettersi al riparo da possibili contestazioni future. Anche perché proprio su QuiAntella avevo riportato le dichiarazioni di un sindacalista della Cgil che indicava in un presunto mancato sostegno della Asl, i problemi per la struttura e per il personale che vi lavora (vedi articolo del 27 aprile e relativa risposta della Asl).
Un’operazione-trasparenza sul “caso Villa Jole” è quindi nell’interesse dei cittadini, non solo di Bagno a Ripoli perché la struttura ha ospiti anche di fuori comune, dei dipendenti che vi lavorano e dello stesso buon nome della struttura.
I consiglieri che compongono la Terza commissione dimostrino di saper fare politica a livello alto, individuando, con spirito “laico”, eventuali errori da evitare in futuro. Non è il tempo dei battibecchi, grazie.