Appena i Modena City Ramblers attaccano a suonare il pubbblico in piedi davanti al palco comincia a ondeggiare e saltellare, pervaso dal ritmo irrefrenabile. Sono arrivati in circa 500 ieri sera (sabato 9 novembre) alla Casa del popolo di Grassina per il concerto della storica band, capace di coniugare melodie irlandesi con rock, punk e ska.
“Dudu” Davide Morandi, la voce del gruppo, si dimena in su è giù sul palco, arringando i suoi e infiammando gli spettatori. Pare Mel Gibson in Braveheart. Lo spalleggia “Fry” Francesco Moneti, che brandisce in aria l’archetto del suo violino come una spada. Li seguono Franco D’Aniello, Massimo Ghiacci, Leonardo Sgavetti, Gianluca Spirito, Enrico Torreggiani.
Questi “magnifici sette” della musica italiana, dopo oltre trent’anni di carriera, appaiono un po’ incanutiti ma i testi delle loro canzoni sono ancora in grado di graffiare le coscienze. Di rinforzo per il concerto grassinese sono saliti sul palco, per alcuni brani, gli ex Mau Mau, Luca Morino e Bienvenu Tatè Nsongan. Prima dell’inizio del concerto è intervenuto un rappresentante del consiglio di fabbrica della ex Gkn per dare un aggiornamento sulla complicata situazione della fabbrica e chiedere di continuare a sostenere la lotta degli operai.
Il sound dei Mcr è da battaglia. Le canzoni prendono spunto dall’attualità, ma sempre dalla parte degli ultimi. “Fuocammare” e “Mediterranea” sono l’ennesima denuncia del dramma dei migranti che perdono la vita in mare e un sostegno alle Ong che quotidianamente tentato di salvare delle vite. C’è anche l’omaggio a Berlinguer con la canzone che ne ricorda i funerali. Immancabile la chiusura del concerto con versione sincopata di “Bella Ciao” accompagnata dal battito ritmato delle mani da parte del pubblico (guarda qui il video).