Piccoli tutipani bianchi per l’ultimo saluto a Eloy, l’uomo travolto e ucciso da un pirata della strada all’alba del 10 gennaio scorso mentre attraversava via Brigate Partigiane all’Antella (vedi articolo). A deporli sulla sua bara, uno ad uno, i piccoli alunni della scuola Michelet, compagni di classe del figlio di otto anni che Eloy Baca Eslava ha lasciato insieme alla moglie Yolanda e ad un altro figlio ventenne avuto da un precedente rapporto.
Sulla bara era appoggiata la foto di Eloy sorridente quando, pochi giorni fa, aveva ottenuto la cittadinanza italiana.
Tutta la comunità di Antella si è stratta oggi pomeriggio introno ai familiari di Eloy, conosciuto da tutti come Elia. La chiesa di Santa Maria strapiena di gente. Parenti arrivati dal Perù, amici, conoscenti, gente dell’Antella che aveva conosciuto lui o sua moglie, le maestre della Michelet. Presenti anche le istituzioni: il sindaco Francesco Casini con tutta la giunta, il presidente del Consiglio comunale Francesco Conti, il governatore della Misericordia dell’Antella Paolo Nencioni.
“Di solito sono i grandi che adottano i bambini, ma stavolta chiedo a voi bambini di adottare la mamma del vostro piccolo amico, è lei che ora ha bisogno del vostro affetto”, ha detto don Moreno, al termine del rito funebre.
“Quello che è accaduto ha creato molto dolore, ha fatto male per la crudeltà che ha contraddistinto l’episodio – ha detto il sindaco Casini – Eloy era un gran lavoratore , legato alla famiglia e al suo Paese di origine, il Perù, ma anche all’Italia dove aveva deciso di vivere diventandone cittadino. La nostra è una piccola comunità che sa stringersi introno a chi ha bisogno nei momenti di difficoltà. Le iniziative di sostegno per la famiglia che abbiamo organizzato sono per la volontà emersa da tanti cittadini e associazioni del territorio che ringrazio. E ringrazio anche i Crabinieri e la Polizia municipale per le indagini e i risultati ottenuti. La giustizia deve fare il suo corso anche per onorare la memoria di Eloy”. Poi, rivolto direttamente ai familiari della vittima: “Avrete il supporto ora e in futuro dalle istituzioni e da questa comunità, che ormai è casa vostra”.
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