Premesso che dividersi sull’invio di armi all’Ucraina come tifoserie di calcio, dove ognuno sventola la propria bandiera e sbeffeggia l’avversario, mi pare poco serio e poco intelligente, invito ad una riflessione su tre punti.
1) Chi è contrario all’invio di armi all’Ucraina si dichiara pacifista, dando per scontato che i favorevoli siano dei guerrafondai. C’è forse un organismo autorizzato a dare “patenti” di pacifismo? Chi ha questa convinzione non viene nemmeno sfiorato dal dubbio che, in alcuni casi, la pace possa essere raggiunta anche attraverso le armi? Io questo dubbio ce l’ho. Entrambi gli schieramenti vogliono la pace, divergono sul modo per raggiungerla, ma ricette incontestabili non ve ne sono.
2) Fra i tanti, onesti, pacifisti anti armi all’Ucraina, si incuneano coloro la cui posizione è condizionata da fattori esterni alla guerra. Contro l’invio di armi vi sono i fan di Putin e della Russia e coloro che sostengono, a prescindere, qualsiasi posizione anti-governo (qualunque esso sia). Non a caso su questa linea convergono numerosi no vax, disposti a contestare l’evidenza scientifica pur di non accettare le posizioni governative sulla pandemia. Insomma, gente che fa bassa politica sulla pelle degli ucraini.
3) Fornire armi all’Ucraina serve a controbilanciare quelle che, indirettamente, forniamo quotidianamente alla Russia. Come pensate che Putin finanzi esercito e armamenti per la guerra se non con i soldi che incassa vendendoci il gas? Quindi se alla Russia diamo il denaro per la sua guerra, possiamo consegnare direttamente le armi all’Ucraina per difendersi dall’aggressione.
Chi contesta questo appoggio militare, per essere intellettualmente onesto, dovrebbe chiedere lo stop immediato a ricevere forniture di gas dalla Russia, con tutto ciò che comporta questa scelta.
Bisogna essere pacifisti, ma anche coerenti.