Scontro istituzionale fra il Comune di Bagno a Ripoli e quello di Firenze. Motivo del contendere: le Gualchiere di Remole, storico opificio industriale del tardo medioevo, in stato di abbandono da decenni. L’immobile è nel territorio di Bagno a Ripoli, ma è proprietà del Comune di Firenze. Ieri la cronaca di Firenze di Repubblica ha riportato la notizia che a Palazzo Vecchio si sta pensando di vedere le Gualchiere per fare cassa: fra i 3 e i 3,5 milioni il possibile ricavo. L’acquirente potrebbe essere la Cassa depositi e prestiti, ormai lanciata sul mercato immobiliare, che a sua volta potrebbe alienare il mulino ai privati per ricavarne un resort. Addio quindi al progetto accarezzato nel 2009 di restaurare le Gualchiere di Remole per destinarle a sede del Centro internazionale dei saperi dell’Unesco.
Stizzita la reazione del sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Casini che si è trovato la notizia sul giornale, senza alcuna preventiva consultazione. «Le Gualchiere sono sul nostro territorio. E il futuro di questo splendido monumento di archeologia industriale nascerà da un’ampia programmazione che stiamo costruendo con Pontassieve, Fiesole e Rignano nel progetto europeo “Ad Arnum” – dichiara sull’edizione odierna di Repubblica – Non credo che all’ufficio patrimonio di Firenze siano così miopi da voler fare da soli: sappiamo tutti che così facendo non si arriverebbe a nessun risultato. Non sono contrario a una vendita anche a privati, visto come le Gualchiere sono state tenute fino a oggi. Ma cosa ci si potrà fare lo stabiliamo noi. Col Regolamento urbanistico (Ruc) abbiamo dato criteri ampi e previsto un mantenimento in parte ad uso pubblico. Ogni decisione sulle funzioni specifiche è rimandata ad un piano attuativo in Consiglio comunale». Non la pensano così al Comune di Firenze. L’assessore al patrimonio Gianassi non fa passi indietro: «Noi ci siamo mossi proprio sulla base delle indicazioni urbanistiche che Bagno a Ripoli ha già dato col Ruc. Ci sono progetti concreti e denari per sostenere un recupero delle Gualchiere? La nostra idea è che vadano valorizzate e quella della vendita è al momento l’unica strada seria».