“Abbiamo iniziato un percorso di legalità e fatto accordi con la Città Metropolitana, indietro non si torna”: gli occupanti di Mondeggi bene comune, che da nove anni si prendono cura di buona parte della tenuta, sono preoccupati dalle notizie sul possibile definanziamento del progetto di rigenerazione inserito nei piani del Pnrr (vedi articolo).
Dopo aver affrontato un lungo e lacerante dibattito interno, che ha visto prevalere la componente “legalitaria” disponibile al dialogo con le istituzioni, ora temono che tutto evapori.
“Otto mesi di dialogo con la Città Metropolitana, un confronto interno e con associazioni e circoli del territorio, la costituzione in Aps (Associazione promozione sociale ndr) per avviare un percorso di legalità – dice Vanni Materassi -, non possono essere annullati dalla decisione del governo di ritirare i finanziamenti al progetto Mondeggi. Indietro non si torna, ci siamo confrontati settimanalmente con i tecnici della Città Metropolitana e con gli esperti dell’Università di Firenze per metteer a punto un progetto condiviso per il rilancio e la gestione di Mondeggi, ora non ci stiamo a tornare ad essere gli occupanti abusivi brutti, sporchi e cattivi”.
“L’accordo con la Città Metropolitana – spiega Alessio Capezzuoli – prevede la concessione in comodato d’uso alla comunità di Mondeggi bene comune di 83 ettari di terreni, che già stiamo gestendo, durante la durata dei lavori”. “Mentre vengono ristrutturate le altre coloniche, noi ci concentreremo a Cuculia, che sarà l’ultima ad essere interessata dai cantieri – aggiunge Susanna Sarno – L’importante è non dover abbandonare il territorio. Inoltre, dato che è prevista la demolizione del capannone. C’è necessità di una struttura sostitutiva temporanea per il ricovero dei mezzi”.
“Spero che, se il progetto attraverso il Pnrr non dovesse andare avanti, non cambi la visione verso la nostra esperienza che coinvolge centinaia di persone”, dice Vanni. “Abbiamo l’adesione alle nostre iniziative dei circoli Arci della zona – aggiunge Alessio -. Abbiamo progetti con le scuole e con tante associazioni. E’ un patrimonio di rapporti, già consolidati, che non può essere disperso”.