Niccolò Migliorini, 32 anni, a Grassina, dove abita, e all’Antella dove ha vissuto per molto tempo, lo conoscono in molti. Non tutti sanno, però, del suo impegno come attore che si affianca alla passione per la pittura.
Venerdì 4 e sabato 5 marzo (ore 20.45) e domenica 6 marzo (ore 16.45) sarà sul palcoscenico del Teatro Lumiere (in via di Ripoli 231) per la prima della commedia “La stanza di Veronica”, messa in scena dalla Compagnia Giardini dell’Arte. Lo spettacolo del giallista americano Ira Levin vede la partecipazione, oltre a Migliorini, di Margherita Tiesi, Laura Bozzi e Aldo Innocenti; la regia è di Marco Lombardi, assistente alla regia Sandra Bonciani, musiche di Stefano De Donato, costumi di Fiamma Mariscotti, scenografie di Lorenzo Scelsi, luci di Silvia Avigo.
Niccolò, cosa può dirci dello spettacolo?
“Si tratta di un thriller, quindi non posso svelare troppo della trama. Racconta la storia di Susan, una brillante ragazza americana al suo primo appuntamento in un ristorante con un giovane avvocato, che interpreto io. Conoscono una coppia di mezza età che chiede alla ragazza di travestirsi per una sera da Veronica, la giovane figlia della famiglia presso cui lavorano, morta di tisi. Lo scopo è dare un po’ di felicità agli ultimi giorni di Cissie, sorella maggiore della ragazza, malata di cancro. La ragazza accetta, innescando una serie di risvolti e scoperte che condurranno a un finale a sopresa. Lo consiglio a chi ama la suspense”.
C’è stata una particolare difficoltà nel prepararsi per interpretare il suo personaggio?
“Riuscire ad avere una dizione pulita, senza alcuna inflessione di fiorentino. Ho lavorato parecchio su questo ma ancora devo migliorare. Qui non se ne accorge nessuno, ma uscedo dalla Toscana si percepiscono anche le sfumature. Devo sempre stare concentrato sulla pronuncia della “c” per esempio, per non aspirarla”.
E’ la prima volta che lavora con questa compagnia: come si è trovato?
“Benissimo fin dall’inizio. Inotre la lunga pausa obbligata a causa del Covid mi ha dato modo, durante le prove, di entrare ancor più in sintonia con tutti gli altri attori”.
Ha deciso cosa vuole fare da grande? Il pittore o l’attore?
“A dire il vero non ho scelto e non voglio scegliere. Sono due modi in cui mi esprimo e tengo ad entrambi”.
Vivere in un piccolo centro è un vantaggio o uno svantaggio per lei?
“Io qui mi trovo bene. La campagna e gli alberi in particolare mi sono di ispirazione per i quadri e la tranquilllità del posto mi aiuta nello studio dei testi teatrali”.
Dedica molto tempo allo studio?
“Sì, perché ogni volta che rileggo un testo, anche dopo averlo fatto dieci volte, mi accorgo che mi è sfuggito un dettaglio o che si può aggiungere una sfumatura. Così affino il personaggio in continuazione”.
Migliorini farà coppia con Margherita Tiesi, 28 anni, fiorentina (di Tavarnuzze per l’esattezza), che da una diecina di anni si è trasferita a Roma. Margerita ha alle spalle già notevoli esperienze teatrali e televisive.
Margherita, che giudizio dà di Niccolò come attore?
“Sono contenta di lavorare con lui. Ha una caratteristica importante per chi vuole fare questa carriera: l’umiltà di mettersi a servizio degli altri. Dialoga molto con i colleghi e con il regista, è disponibile a imparare, a migliorarsi”.
Qual è la caratteristica principale de “La stanza di Veronica”?
“E’ un thriller psicologico dove niente è come sembra”.
Lanci uno slogan per attirare il pubblico.
“Venite a fare i detective, divertitevi a scoprire la verità nascosta”.