L'”annuncite” ha colpito ancora. Il Comune di Bagno a Ripoli, nei giorni scorsi, ha annunciato che oggi, martedì 8 ottobre, sarebbero partiti i lavori del nuovo giardino pubblico e del nuovo parcheggio lungo via di Tizzano, a Capannuccia: “È partito il conto alla rovescia per la realizzazione del giardino pubblico che verrà realizzato a Capannuccia nell’ambito delle più ampie lavorazioni per la realizzazione dello stabilimento Fendi. Lavori al via martedì 8 ottobre”, recitava testualmente il comunicato stampa.
Ma stamani l’area che sarà trasformata in giardino pubblico (circa 5mila metri quadrati, di fronte all’asilo) si presentava deserta. Nessun operaio a lavorare, né alcuna traccia di cantiere aperto, neanche le usatissime reti rosse, di cui ormai il territtorio di Bagno a Ripoli è pieno.
Nessuno dubita che Fendi rispetterà gli impegni e il giardino si farà, come previsto dagli accordi tra la Casa di moda e l’Amministrazione comunale, ma perché lanciarsi in un annuncio senza la garanzia che la scadenza venga rispettata? Troppo spesso vengono indicate date di inizio e, soprattutto, date di fine lavori, poi puntualmente (questo sì) disattese. Il problema non è lo slittamento di qualche giorno, ma alimentare nei cittadini la già abbondante dose di scetticismo e sfiducia nei confronti delle istituzioni pubbliche.
“La partenza dei lavori del giardino pubblico – si leggeva ancora nel comunicato – rispetta in pieno il percorso concordato in sede di convenzione tra Fendi e Comune di Bagno a Ripoli, che prevedeva prima la realizzazione degli spazi di verde pubblico e solo dopo la costruzione dello stabilimento privato”. Infatti, coerentemente con questa affermazione, stamani si presentava deserto anche il cantiere sull’area dell’ex fornace Brunelleschi, ormai completamente bonificata dalle macerie delle demolizioni. Il ritardo nei lavori del giardino comporterà ritardo anche in quelli del nuovo stabilimento?