Tra le 14 persone indagate per frode fiscale attraverso un giro di fatturazioni false emessa da cooperative fittizie, c’è anche un 36enne di Bagno a Ripoli.
L’indagine, condotta dai militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Firenze, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Gabriele Mazzotta e del sostituto Fabio Di Vizio, ha portato all’esecuzione di un decreto di sequestro preventivo di beni e liquidità del valore di circa 13 milioni di euro. Il provvedimento è stato adottato dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale fiorentino, Federico Zampaoli, nei confronti dei rappresentanti di un consorzio di cooperative, con sede nella provincia di Firenze, responsabili di un giro di false fatture ammontante a circa 60 milioni di euro.
E’ stato appurato che il consorzio di cooperative otteneva contratti d’appalto per prestazioni di facchinaggio e di trasporti, subito dopo affidate, in subappalto, a una cooperativa di lavoratori consorziata. Questa cooperativa fatturava nei confronti del consorzio “prestazioni di servizi”, assoggettandole ad Iva ed accumulando in poco tempo significativi debiti di imposta.
L’Iva dovuta dalla cooperativa, tuttavia, non veniva versata e, dopo poco tempo, una volta raggiunta una significativa esposizione debitoria verso l’Erario, la stessa cooperativa cessava l’attività. Il subappalto veniva affidato, quindi, a un’altra cooperativa, subentrante nel contratto e nell’esecuzione dei lavori, alla quale venivano trasferiti i lavoratori della prima.
Nel corso dell’indagine, sono state individuate 59 cooperative – succedutesi operativamente nel tempo – per così dire “accumulatrici seriali” di Iva e utilizzate nel corso degli anni dal consorzio per perpetrare la frode, raggiungendo, tra il 2002 e il 2018, un debito tributario complessivo di 23 milioni di euro.
Tale sistema si traduceva in un illecito vantaggio per il consorzio, che beneficiava dell’Iva a credito derivante dalle prestazioni fatturate dalle cooperative, traslando in capo alle stesse ogni responsabilità rispetto alla successiva insolvenza e ai mancati versamenti.
Le indagini hanno appurato l’assoluta inconsistenza e fittizietà delle cooperative coinvolte, meri contenitori di personale nei fatti direttamente rispondente alla governance del consorzio e da questa gestito in maniera spregiudicata.
I servizi dal consorzio fiorentino erano commissionati da note aziende italiane del settore delle spedizioni espresse e dei servizi logistici; attraverso il meccanismo fraudolento il consorzio riusciva anche a praticare ai committenti prezzi assai concorrenziali, a scapito, non solo del Fisco, ma anche di una lineare gestione del personale utilizzato dal consorzio per il tramite delle singole cooperative.
L’esito delle indagini ha consentito alla Procura della Repubblica di Firenze di richiedere il sequestro di beni e liquidità, nei confronti del consorzio e di 14 persone fisiche, indagate, responsabili nel tempo e a vario titolo delle condotte penali contestate. Fra queste il ripolese risultato amministratore di alcune delle cooperative fittizie.
L’esecuzione del provvedimento, effettuata nei giorni scorsi dalla Fiamme Gialle ha interessato diverse disponibilità immobiliari e mobiliari riconducibili ai tre principali indagati, rivestenti ruoli di responsabilità in seno al consorzio.
In particolare, sono stati messi sotto sequestro 30 terreni agricoli nei comuni di Vicchio di Mugello, Fiesole, Firenze e Bagno di Romagna; 5 abitazioni a Firenze, Montemurlo e Forlì; 4 immobili, tra magazzini e autorimesse tra Vicchio di Mugello, Firenze e Montemurlo; un’imbarcazione da diporto di 15 metri e infine quote societarie, nonché disponibilità finanziarie per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro.
Ma non è possibile conoscere il nome di queste “cooperative” che imbrattato il settore fatto da tante realtà oneste e laboriose.