Un cittadino, frequentatore del parco di Fonte Santa, ha inviato a QuiAntella questa segnalazione.
Il parco territoriale di Fonte Santa rappresenta una zona unica in Italia e di straordinario interesse dal punto di vista biologico, climatico e paesaggistico. Il microclima estremamente mite, determinato dai venti marini che vi giungono dopo aver risalito la valle dell’Arno, consente la crescita di piante tipiche delle zone costiere e quindi rare a queste altitudini (fino a 693 m al Poggio di Firenze). Lungo i sentieri che attraversano le distese di ginestre, scardicci ed erica ci si imbatte in innumerevoli specie di farfalle, mentre i boschi ospitano una varietà altrettanto sorprendente di mammiferi ed uccelli.
Purtroppo non è raro trovare anche i rifiuti: lattine, bottiglie di plastica e di vetro ma soprattutto cartucce abbandonate dai cacciatori. Queste ultime rappresentano la tipologia più frequente e quantitativamente rilevante: si parla di decine di migliaia. A volte sparpagliate o semisepolte nel terreno, altre volte concentrate in mucchietti o persino bruciate: grumi di plastica sciolta e fondelli metallici testimoniano la pigrizia dei cacciatori che hanno preferito dare fuoco ai propri rifiuti anziché riportarli indietro.
Inoltre il piccolo cestino – indifferenziato – presente a Fonte Santa non viene vuotato da mesi, e a questo punto sarebbe forse meglio toglierlo: chi porta con sé una bottiglia piena ha certamente posto nello zaino per riportarla indietro vuota.
Un altro grave problema, oltre alla caccia, è rappresentato dal motocross: chi si reca nei boschi della zona di Fonte Santa per trascorrere del tempo nella pace e nella serenità della natura si ritrova in balia degli scalmanati che transitano a tutta velocità sugli antichi tracciati delle Maremmana, un tempo percorsi dai pastori in transumanza.
Oltre all’inquinamento dell’aria e all’intensa erosione dei sentieri, l’assordante rumore dei motori – udibile a chilometri di distanza – disturba continuamente gli animali che abitano il bosco e le persone che lo visitano. Eppure già l’ordinanza del 5 luglio 1973 stabiliva il “divieto di circolazione ai veicoli di ogni genere muniti di motore sulla strada vicinale Maremmana in zona Fonte Santa”: i principi di tutela che ispirarono l’istituzione del parco sembrano oggi completamente dimenticati.
Non mi meraviglia, del resto chi mai ha fatto rispettare quelle norme?
Eppure la strada Maremmana è confine di due comuni, uno dei quali possiede aree boschive, e il rifugio di Fonte Santa con la vicina fonte è luogo celebrativo della lotta partigiana motivo questo che si va a aggiungere all’indubbio interesse storico e naturalistico della zona testinoniato anche in una specifica guida edita 30 anni fa e ristampata più volte..
Ma se si lasciano rovinare i sentieri dai fuoristrada dei cacciatori e dei cercatori di funghi che non hanno voglia di camminare perchè non dovrebbero fare altrettanto gli amanti del motocross? Eppoi lo si considera un parco…..ma non basta un cartello per farlo tale né per proteggerlo da chi non ha rispetto.
Condiivdo quanto affermato nel precedente commento. Com’è possibile far scorrazzare impunemente moto ed altri veicoli per i sentieri di Fontesanta ?