Il caso delle famiglie dell’Antella da oltre una settimana senza telefono e internet per un guasto che Telecom non ripara, rischia di diventare un monumento all’ottusità della burocrazia.
Breve riassunto delle puntate precedenti. Nella zona tra via Romanelli e via Lavagnini, nell’ambito dei lavori della terza corsia, Enel apre un piccolo cantiere per alcuni lavori di allacciamento elettrico richiesto da Publiacqua. Durante il lavoro viene incidentalmente tranciato un doppino della Telecom. Può capitare. Le abitazioni oltre il cavalcavia (via Romanelli, via Petriolo) restano senza linea.
I tecnici di Enel avvisano Telecom del guaio combinao perché provveda al ripristino della linea, ma l’azienda telefonica non si muove. Pare che per ottenere l’interveno ocorra che la pratica per il guasto debba arrivare da un cliente ed Enel non lo è, quindi la segnalazione cade nel vuoto. A niente valgono le segnalazioni fatte dagli utenti e dallo stesso sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Casini, che su QuiAntella parla di “Lentezza incredibile” (clicca qui per leggere l’articolo) e denuncia la mancanza di qualsiasi referente Telecom con cui interloquire.
Oggi l’apoteosi della vicenda: gli operai dell’Enel chiudono la buca seppellendo il gusto. “Noi abbiamo lasciato il cantiere aperto per una settimana nell’attesa che Telecom mandasse i suoi tecnici a riparare la rottura – fanno sapere da Enel – ma oggi scadeva l’ordinanza del Comune per l’occupazione del suolo pubblico e dovevamo chiudere tutto”. Pare comunque che sia passato un tecnico di Telecom che ha preso visione del problema e ha avvisato che lunedì 17, con una propria ditta, la società telefonica riaprirà la strada e inizierà i lavori di riparazione. Staremo a vedere.
Intanto questi sono i consigli di Vincenzo Donvito, presidente di Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori), la cui sede nazionale è a Firenze, nel caso qualcuno voglia chiedere i danni a Telecom.
Gli interessati devono subito mandare una raccomandata A/R di diffida a Telecom (sede legale) in cui chiedono il riallaccio immediato del servizio (1 giorno), altrimenti seguiranno le vie di legge.