Ieri si è tenuta l’assemblea dei lavoratori e delle lavoratrici della struttura ricettiva e degli appalti dell’ex hotel Sheraton di Ponte a Ema, oggi Conference Florentia Hotel: oggetto della discussione, la possibilità dell’applicazione della cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione. È la prima volta in Toscana, dopo la riforma degli ammortizzatori sociali in senso universalistico, che si discute dell’applicazione della cassa integrazione straordinaria in una struttura ricettiva.
“Questo importante strumento sociale – afferma la Flcams Cgil – potrà essere applicato, per effetto della riforma degli ammortizzatori sociali in vigore dal primo gennaio di questo anno, a tutte le imprese con più di 15 dipendenti, anche del comparto turismo. Questo importante risultato politico, questa conquista, è l’effetto anche della forza e della determinazione della nostra azione sindacale categoriale e confederale che si è manifestata in tante occasioni, in ultimo il 22 ottobre scorso, in piazza del Duomo a Firenze davanti alla sede della Regione Toscana”.
L’assemblea dei lavoratori e delle lavoratrici diretti e dirette e in appalto della struttura ex Sheraton ieri ha dato pieno mandato alle organizzazioni sindacali per la trattativa, che si è svolta stamani tra sindacato, Arti e azienda. Quest’ultima ha preso l’impegno a inviare al Ministero del lavoro la richiesta di Cassa integrazione straordinaria.
L’assemblea ieri ha anche approvato il concetto che l’estensione della cassa integrazione straordinaria non deve essere soltanto applicata agli addetti diretti dell’ex Sheraton, ma anche agli addetti in appalto. “Abbiamo sempre rivendicato – aggiunge la Cgil – la parità di trattamento tra i 24 lavoratori diretti e i 9 indiretti in appalto. Abbiamo sempre sostenuto che le attività in appalto dovessero essere reinternalizzate nell’albergo ex Sheraton, e gli addetti direttamente assunti dal committente. E’ una responsabilità anche della proprietà ex Sheraton farsi carico delle responsabilità della società in appalto e della continuità occupazionale e reddituale dei lavoratori e delle lavoratrici”.