Il Parco urbano di Ripoli, tra Sorgane e il capoluogo, il cui progetto fu presentato nel maggio del 2021 (vedi articolo), sta diventando realtà.
Il Comune ha notificato ai proprietari dei terreni sui quali nascerà il parco, le indennità di esproprio a cui hanno ditritto: complessivamente 1.207.820,34 euro. Sono soprattutto due i proprietari che dovranno cedere le aree al Comune: uno riceverà poco più di 822mila euro per 61.037 metri quadrati; l’altro poco più di 217mila euro in cambio di 22.720 metri quadrati.
I lavori per la realizzazione del Parco Urbano prevedono un investimento complessivo da parte dell’Amministrazione comunale di 2,5 milioni di euro, finanziato da fondi del Pnrr.
“E’ un passaggio fondamentale per il primo grande intrvento di rigenerazione urbana a Bagno a Ripoli – dice il sindaco Francesco Casini – Il parco sarà un grande polmone verde grazie all’opportunità offerta dal Pnrr di cui Bagno a Ripoli è protagonista con progetti per quasi cento milioni di euro”.
“Questo è un altro passo importante per concretizzare un ulteriore progetto Pnrr – aggiunge l’assessore al Pnrr, Francesco Pignotti -. Ottimo è il lavoro dei nostri uffici. Insieme a scuole e nidi, piste ciclabili e riqualificazione urbana prende corpo il disegno di una Bagno a Ripoli più bella, sostenibile e vivibile”.
Vorrei correggere alcune delle affermazioni, riportate nell’articolo, rilasciate dal sindaco Casini e dall’assessore Pignotti
I lavori che verranno fatti per modificare in parco pubblico la vasta area verde e boschiva dietro alla Pieve di Ripoli non renderanno Bagno a Ripoli più vivibile, semmai renderanno più accessibile l’area stessa.
Infatti, qualsiasi intervento verrà effettuato anche il più rispettoso (e non mi pare che questo il caso), toglierà verde e introdurrà strutture.
Quindi renderà meno naturale l’area stessa.
Questo è uno scotto da pagare quando appunto si rende più accessibile un’area selvatica.
Il problema è rendere questa contropartita minore possibile per conservare al massimo i benefici della naturalità che appunto determinano la vivibilità.
Introdurre strutture come una biblioteca (?), un punto di ristoro fisso, una palestra all’aperto o un cesto da basket solitario (e fel tutto inutile) nel mezzo di un prato per non parlare fella lunghissimo ed invasivo sentiero sopraelevato in legno, vanno esattamente in senso opposto alla vivibilità, va piuttosto nel senso dello sfruttamento.
Sono scelte politiche importanti che possono essere fatte, anche se personalmente non le condivido.
Si deve però essere coerenti con esse e non spacciate per maggiore vivibilità una futura situazione di minore naturalità.
Vorremmo che i nostri amministratori parlassero in modo più coerente col loro operato.
Per ongo anche il problema della manutenzione di queste strutture e del suo costo, se lo sono posto anche i nostri amministratori? Hanno organizzato e stanziato i fondi per questa incombenza?
In caso contrario queste strutture aggiunte degraderanno e renderanno sempre meno “vivibile” il parco.
Mi fa piacere che finalmente una parte di verde possa rimanere verde. Ma i che modo? Con quali interventi?
L’area tra Bagno a Ripoli e Sorgane, che al primo incontro può parere solo una Selva selvaggia, cela, in realtà elementi botanici da conoscere e preservare, mantiene la geometria dei campi, dei viottoli, delle canalizzazioni e offre a chi vi cammina spazi di ampio respiro.
Sì potrà mantenere tutto ciò?
Sul tema parco vorrei aggiungere una cosa.
Un Assessore afferma che prende “corpo il disegno di una Bagno a Ripoli più bella, sostenibile e vivibile”.
Quindi Bagno a Ripoli non è sostenibile, deve essere riqualificata?
Mi fermo qui. Spero in una qualche spiegazione….
Grazie
Sostenibilità riqualificazione sono termini dietro i quali gli amministratore nascondono SEMPRE interventi NON SOSTENIBILI CHE NON RIQUALIFICANO UN BEL NIENTE. Anzi, rendono tutto peggiore e invivibile. Questi amministratori si sono mai chiesti cosa davvero vorrebbero le persone?
L’area è già un polmone verde, accessibile e utilizzata. Basta solo ripulirla dalla vegetazione infestante e dai rifiuti.
La proposta di realizzazione e gestione dal basso del parco fatta dalle associazioni era a costo zero, altro che tutti quei milioni per espropri e lavori che si vogliono spendere!
Sulla manutenzione, abbiamo forti preoccupazioni, non vorremmo che gli alberi che ci sono già venissero sostituiti con alberelli come quelli lungo la vicina pista ciclabile, che seccano ad ogni estate.
Sulla Bagno a Ripoli più bella, sostenibile e vivibile stendiamo un velo pietoso: dopo gli sconquassi della terza corsia e lo stravolgimento della valle dell’Isone (i cui effetti sull’assetto idrogeologico sono tutti da verificare), arrivano ora i nuovi piani urbanistici con nuove costruzioni in pianura e collina per fare di Bagno a Ripoli una parte della grande Firenze e piscine a gogò, nonostante la crisi idrica.
Crescita infinita, nonostante le risorse naturali siano ormai molto limitate.
Sono d’accordo con il Signor Valerio, sarebbe sufficiente tenere pulita l’area verde già esistente che sarebbe “naturalmente” fruibile senza spendere altri soldi che potevano essere usati, per esempio, per costruire meglio, in modo più sostenibile, la variante di Grassina che sta squarciando e modificando la collina di Belmonte e il suo paesaggio, per non parlare dell’inquinamento acustico per coloro che vivono in zona una volta che sarà finita. Ma mi è parso di capire che in tanti sono felici per l’installazione della prima campata! Chissà che gioia per i piloni di cemento che seguiranno a breve!
Bene, benissimo il nuovo Parco Urbano per riqualificare Bagno a Ripoli capoluogo, ma si spera che il Comune non dimentichi anche le frazioni come La Fonte, che da decenni attende una soluzione per un camminamento pedonale protetto lungo la provinciale nel tratto “incriminato”, dove le auto e le moto continuano a sfrecciare di giorno e di notte a velocità doppie e triple del “mitico” 30 Km dipinto in terra e….scolorito!
Cosa si dice nel PNNR a questo proposito?