L’appalto per la gestione del forno crematorio di Ponte a Ema si farà entro l’anno. La procedura è abbastanza complessa e prevede una gara a livello europeo. Inoltre il Comune di Bagno a Ripoli e la Confraternita del Santissimo Sacramento del Crocifisso di San Piero a Ema, attualmente proprietaria dell’impianto, devono trovare un accordo sul valore dell’impianto: i periti sono all’opera, si oscilla tra un minimo di 950mila euro (i tecnici del Comune) e un massimo di 1,5 milioni di euro (la tesi del provveditore della Confraternita Ettore Brondi).
Il problema da risolvere è superare l’attuale gestione messa in crisi da un diktat dell’arcivescovo Giuseppe Betori, secondo il quale non è opportuno che la Confraternita, direttamente collegata alla Parrocchia di Ponte a Ema, offra il servizio della cremazione (leggi articolo). “Il soggetto che si aggiudicherà la gestione del forno crematorio – spiega il sindaco Casini – si dovrà anche accollare la somma che l’Amministrazione comunale verserà alla Confraternita per l’acquisizione del forno. Ai contribuenti l’operazione non costerà un centesimo”. Anzi, nelle intenzioni del sindaco c’è di ottenere dal nuovo gestore un canone tra i 50 e i 100mila euro l’anno. Oltre alla salvaguardia del posto di lavoro dei sei dipendenti della Confraternita.
Insieme al crematorio il Comune potrebbe passare al nuovo soggetto anche la gestione di alcuni dei cimiteri comunali, almeno quelli più bisognosi di investimenti.
I tempi? “Appena arriva il risultato della perizia tecnica sul valore dell’impianto possiamo partire con il bando, certamente entro il 2017 – risponde il sindaco – E’ una scelta politica dell’Amministrazione comunale dare ai propri cittadini un’opportunità in più per il culto dei defunti”. Bando al quale, se non vi saranno ripensamenti da parte del capo della Chiesa fiorentina, la Confraternita non potrà partecipare, lasciando quindi un grosso punto interrogativo sul futuro dell’intero cimitero di San Piero a Ema.